21 gennaio 2019
Acireale
UNITÀ DEI CRISTIANI: PER IL VESCOVO RASPANTI “AMICIZIA, VICINANZA E CONOSCENZA CON LENTAMENTE DANNO FRUTTI D’INTESA”
“Sembra che la ripresa dell’ecumenismo, rilanciato dal Concilio Vaticano II, stia riacquistando forza, seppur lentamente, e non solo dal punto di vista dottrinale: l’amicizia, la vicinanza, la conoscenza con il pastore, col parroco lentamente dà frutti d’intesa. Ci si guarda con affetto, con stima e questo disinnesca diffidenze, distanze, che a volte creano antipatie e contrapposizioni che alla fine possono generare violenza”. A parlare è mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vice presidente della Cei, che ha guidato una veglia diocesana in occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
“Poiché sono interessate anche le singole realtà territoriali – ha proseguito mons. Raspanti -, si sta sviluppando quello che Paolo VI chiamò ‘il dialogo della vita’, cioè l’amicizia. Questo accade anche in considerazione anche del fatto che si affrontano le stesse sfide: per esempio, la scarsa frequentazione delle chiese da parte dei giovani è una problematica che appartiene ai protestanti ,come ai cattolici e agli ortodossi. Come pure la povertà, gli interventi sociali, i rapporti con l’Islam. Un altro esempio – ha aggiunto – è quello inerente alla immigrazione: a tal proposito ricordiamo che con i valdesi spesso abbiamo avuto posizioni comuni, come in merito ai corridoi umanitari Vivendo, insomma, negli stessi territori – ha detto il vescovo che per diversi anni è stato delegato per la Conferenza Episcopale Siciliana proprio del settore Ecumenismo e Dialogo interreligioso – siamo sfidati dalle medesime problematiche”.
Parlando del “rafforzarsi di intese e vicinanze”, il presule ha evidenziato i “processi di fraternità sul campo che, un po’ in tutto il mondo, stanno aiutando davvero il dialogo e l’ascolto reciproco” e cita gli incontri tra il Santo Padre e l’arcivescovo di Instabul, il patriarca di Mosca e alcuni rappresentanti della Chiesa protestante in occasione del V centenario della riforma luterana. “Se questo porterà a una vera comunione tra alcune chiese ancora non si sa, però ci si accorge che il confronto c’è, lo si coltiva, si mettono insieme le idee e questo – ha concluso – pone delle buone prospettive”.
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