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TRAPANI. CONCLUSIONE DELLA PROCESSIONE DEI MISTERI: L’INTERVENTO DEL VESCOVO FRAGNELLI

“Voi, uomini e donne dei nostri misteri, parlate, vi preghiamo! Raccontateci ancora di Lui!
In questo consiste la “pesantezza” che voi, statue della processione, mettete sulle spalle di tutti, non solo dei portatori. La vostra pesantezza scava una traccia profonda nel nostro popolo. Così voi ci insegnate a discernere gli sprechi sbagliati dallo “spreco per amore”, quello che si vive solo per Lui. Lui è l’unico per il quale vale la pena sprecare tutto, anche la vita: con Lui la riacquistiamo nel tempo e nell’eternità. Lui è il Risorto. Lo celebreremo questa notte nella veglia pasquale in cattedrale e in ogni parrocchia. Parlateci sempre di Lui!
 
Anzitutto un grazie a tutti! Sacerdoti, Unione Maestranze e singoli ceti, bande, benefattori dei gruppi sacri, seminaristi, suore, Autorità civili e militari, forze dell’Ordine. Grazie a voi tutti trapanesi e ospiti. Ascoltiamo un piccolo brano con cui san Marco inizia il racconto della passione. L’abbiamo ascoltato nella domenica delle Palme. Protagonista è una donna. Per questo lo affido a Rosanna, mamma, che ha seguito la processione con i membri del suo ceto. (lettura di Marco 14, 3-9). Quest’anno mi rivolgo alle statue dei nostri gruppi sacri.
 
 
Carissimi!
Bentornati, uomini e donne dei misteri di Trapani! Ancora una volta vi abbiamo portato per le strade della nostra città, ancora una volta avete osservato tante nostre case, ancora una volta avete ricevuto lo sguardo meravigliato di centinaia di volti! Avete riempito di vita la nostra notte. Anche ora, in questa piazza e nei social, nei piccoli e grandi schermi, siamo in tanti ad accogliervi! Volti di bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze, adolescenti e giovani, adulti e anziani! Bentornati!
 
Quest’uomo compie molti segni
In mezzo a voi è sempre Lui, lo stesso personaggio che affascinò duemila anni fa tante persone e fu giudicato reo di morte, pericoloso per il potere, pericoloso per tutte le istituzioni! La sua colpa? Aveva percorso tanti villaggi, aveva incontrato tante persone, aveva parlato di amore e di fratellanza, aveva attirato l’attenzione di molti poveri, aveva messo al centro della vita sociale e del culto gli ultimi, i peccatori, uomini e donne dal cuore ferito! Un personaggio pericoloso, capace di entrare perfino nelle case degli esclusi, nelle case del lutto. Lui amico di Lazzaro, di Marta e Maria, pericoloso: “Quest’uomo compie molti segni!” (Gv 11, 47). Quali segni? Voi, personaggi dei nostri gruppi sacri li avete visti, potete descriverli ancora una volta a noi, potete ridonarci il profumo e la provocazione di quei segni che Lui compiva! Voi, uomini e donne dei nostri misteri, parlate, vi preghiamo! Raccontateci ancora di Lui!
 
Diteci anche di quella donna del Vangelo di Marco, una fra mille, senza nome e senza volto, ma con un cuore immenso! (cfr. Mc 14,3-9). Diteci di colei che giunse mentre Lui si trovava nella casa di Simone, il lebbroso. Una casa dove non si doveva entrare. Per legge non si poteva varcare la soglia di un impuro! Ma Lui era libero: tra il tempio e la casa del lebbroso, tra il luogo sacro per eccellenza e lo spazio segnato dall’impurità, Lui non aveva dubbi su cosa scegliere! Aveva accettato l’invito e giaceva disteso a mensa. La donna giunse con un vaso di alabastro pieno di unguento di nardo genuino, molto costoso. Ruppe l’alabastro e attirò l’attenzione, senza cercarla. Versò il profumo sul capo di Lui! Che spreco! – dissero alcuni dei presenti. E si indignarono e si infuriarono! Sdegno e furia: di chi non cerca le relazioni, ma il denaro e i problemi! La donna li batte tutti con il suo cuore! Una scena casalinga si trasformò in una piazza, in un tribunale! Lo spreco non è ammissibile! È una perdita, anzi una perdizione! Ma Lui non stette zitto! Lui che era venuto per liberare l’umanità dalla perdizione! Lui intervenne a favore di lei! Interviene a favore di tutte le donne “rimproverate” nella storia a motivo del loro cuore. Lui tolse dalla sua spalla il rimprovero: “Lasciatela in pace”, disse. “Perché la infastidite”, le procurate molestie, stalking senza senso?
 
Pazzi di Lui per amore
Voi, statue dei nostri misteri, continuate a parlarci di Lui! Lui è il povero che merita ogni attenzione! È prossimo alla morte per amore e quella donna lo unge per la sepoltura. Non pensa ai poveri: non è in suo potere risolvere i problemi sociali dei poveri. In suo potere è l’amore per Lui, lo spreco dei suoi sentimenti verso di Lui, che ha illuminato la sua vita di tenebre, che ha riscaldato il freddo della sua esistenza! Lui non ha taciuto di fronte alla scelta di rottura della donna. L’ha associata alla sua missione, l’ha elogiata perché in anticipo ha annunciato il Vangelo dell’amore: d’ora in avanti, dovunque nel mondo sarà proclamato la buona novella del Nazareno, sarà narrato anche quello che lei ha fatto. Voi tutti, uomini e donne dei misteri di Trapani, narrateci di lei. Voi siete un monumento anche per lei, la donna pazza di amore, simbolo dell’umanità che ha trovato il Salvatore nella casa di un lebbroso; ella è la donna che rappresenta l’umanità tutta, che rappresenta tutti i discepoli e le discepole di Lui, , pronti a rompere il loro tesoro più prezioso per amore di Lui! Lei rappresenta tutta la nostra città.
 
Voi, statue che tutti i trapanesi curano anche con spreco di fiori profumati e di denaro,  continuate a parlare tutto l’anno di Lui! Non vi attardate a salutare quanti giocano con i loro contributi per preparare il gruppo sacro, coloro che pensano di usarvi per onorare i potenti di turno! Se i trapanesi vi donano fiori e argento, se vi donano colore e luce, è solo perché voi ci parliate di Lui. Parlateci di Lui! Continuate a farlo ogni giorno! Lui continua a “compiere molti segni” anche attraverso di voi. Anzi, per molti nostri concittadini, per molti turisti, per molti delusi della vita, per molti volti presi dal vuoto interiore, voi siete una speranza e una provocazione! Voi ci parlate di un vivo e non di un morto! Ci parlate di tutti gli uomini e le donne che, in duemila anni, sono diventati pazzi per Lui, hanno varcato la soglia di tutte le lebbre morali e sociali, hanno rotto i loro vasi di alabastro e sono diventati annunciatori della sua risurrezione. Battezzati e battezzate di ogni continente, sacerdoti e suore, discepoli missionari, anche loro coperti di questa o quella lebbra, ma innamorati di Lui. Ci parlate di giovani, che cercano Lui, che cercano in Lui la direzione e l’amore! Come ci ha insegnato il beato Pino Puglisi, di cui quest’anno celebriamo il venticinquesimo dell’uccisione ad opera della mafia.
 
Discernere gli sprechi
Voi, gruppi sacri e tutti i figuranti delle iniziative della Settimana santa, all’opera nella nostra diocesi, parlateci di Maria, la madre di Lui, addolorata e consolata, donna del Sabato santo e madre del Risorto. Da lei anche i non credenti imparano che “non si può perdonare l’omicidio o il furto, ma si può perdonare solo l’omicida o il ladro. Rivolgendosi a qualcuno e non a qualcosa, il perdono si svela come un atto d’amore” (Julia Kristeva). Ecco gli atti d’amore che tutti siamo chiamati a compiere col perdono. Sono i segni che Lui continua a compiere attraverso ciascuno di noi! Lui, il Risorto che voi, statue di Trapani, volete annunziarci! Continuate a parlarci della Madre del Redentore, che ha insegnato ai suoi discepoli a essere uguali nella lode e nel servizio. In questo consiste la “pesantezza” che voi, statue della processione, mettete sulle spalle di tutti, non solo dei portatori. La vostra pesantezza scava una traccia profonda nel nostro popolo. Così voi ci insegnate a discernere gli sprechi sbagliati dallo “spreco per amore”, quello che si vive solo per Lui. Lui è l’unico per il quale vale la pena sprecare tutto, anche la vita: con Lui la riacquistiamo nel tempo e nell’eternità. Lui è il Risorto. Lo celebreremo questa notte nella veglia pasquale in cattedrale e in ogni parrocchia. Parlateci sempre di Lui!
Mons. Pietro Maria Fragnelli,
vescovo di Trapani
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