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TRAPANI. “SPERIMENTARE IL SENSO VERO DELL’ESSERE FIGLI E ACCOGLIERE È DONO DI DIO”

“Oggi vogliamo ricordare i 366 fratelli immigrati morti più i dispersi nella tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Bambini, donne e uomini fuggiti dalle terre in cui non si sentiva altro che il rumore della guerra”. Così Dalila Ardito, presidente dell’Azione Cattolica di Trapani e l’intero consiglio diocesano si associano alla preghiera organizzata dalla Diocesi di Agrigento e dalla Comunità di Sant’Egidio.

Lo scorso 15 aprile l’Azione Cattolica di Trapani ha avuto il grande onore di scambiare gli auguri di Pasqua con alcuni dei sopravvissuti. “Abbiamo ascoltato le loro storie, il racconto di quelle ore terribili vissute sul barcone e poi in acqua in attesa che arrivassero i soccorsi e abbiamo toccato con mano l’immensa gratitudine che ognuno di loro ha per noi, per aver superato le barriere dell’indifferenza e della diffidenza. Molti ci invidiano per le nostre temperature, per il mare e la buona cucina – si legge in una lettera dell’Azione Cattolica –  ma nessuno ci invidia per la grande fortuna che stiamo vivendo nell’accogliere i fratelli immigrati. Stiamo sperimentando il senso vero dell’essere figli di Dio, dell’accogliere il fratello in difficoltà, e questo è un dono e un privilegio che pochi avranno la fortuna di vivere. La vera porta del mediterraneo è il cuore dei siciliani e non chiediamo aiuto al resto d’Italia e d’ Europa perché siamo stanchi dei continui sbarchi. No! Il nostro è un grido che vuole svegliare le coscienze di tutti, che vuole ricordare che anche i nostri nonni sono stati costretti ad emigrare. Oggi vogliamo fare memoria di questa giornata perché ogni essere vivente merita rispetto. Oggi e ogni giorno l’unico rumore che vogliamo ascoltare è il rumore della pace, per permettere ad ogni uomo di vivere liberamente dove ha avuto la fortuna di venire al mondo”. [01]

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