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LETTERA DELLA CRAL AI VESCOVI SULL’ATTUALE SITUAZIONE IN SICILIA

Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali

Palermo,  16  marzo 2014

 

                                                               Al Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana

                                      Al Vescovo Delegato per il Laicato

                                      Ai Vescovi delle Chiese di Sicilia

Il Direttivo della CRAL ha valutato con attenzione e partecipe preoccupazione le Vostre “CONSIDERAZIONI SULL’ATTUALE CONGIUNTURA DELLA NOSTRA REGIONE e nella «condivisione ecclesiale» intende offrire alla Vostra attenzione ulteriori elementi di riflessione e di giudizio ed anche precise proposte al riguardo dei problemi segnalati.

LA CRISI IN ATTO E L’URGENZA DI UN PROFONDO CAMBIAMENTO

Sì, siamo ad un “tornante delicato della storia” nel quale la Chiesa è chiamata – e noi cristiani siamo chiamati – ad offrire un supplemento di testimonianza e di condivisione per fare concreta esperienza della Carità di Cristo. Le “periferie esistenziali” da raggiungere hanno nomi ben precisi: aziende in crisi, lavoratori licenziati, giovani disoccupati e demotivati, precariato, famiglie in profonda difficoltà ….

         Cosa fare?

L’indicazione che Voi Vescovi date alla comunità cristiana è piuttosto esplicita: “fare concreta esperienza della carità di Cristo”. Ma la profondità e la complessità della crisi in atto, di fronte alla quale anche la politica mostra palesi i propri limiti e le proprie difficoltà, impongono che la comunità cristiana, evitando di cadere in una “tristezza individualista” (Evangelii Gaudium, 2), sappia dare prova di UN PENSARE E UN AGIRE COLLETTIVO PER IL BENE COMUNE DELLA NOSTRA TERRA. 

Ci sembra necessario, così,  che – come Chiese di Sicilia – ci si disponga a vivere insieme una esperienza SINODALE orientata su due versanti:

–     quello del discernimento e della progettazione

–     quello dell’azione

“per offrire alla società civile le risorse spirituali, morali e culturali che germogliano da un rinnovato annuncio del Vangelo e dall’esperienza cristiana promuovendo forme di condivisione e di scambio che accrescano il senso della comunione ecclesiale e fermentino la coscienza e la responsabilità in tutti gli aspetti della vita sociale e civile” (CEI, Per un Paese solidale. Chiesa Italiana e Mezzogiorno, n.14 – 2010);

 “per giovarsi delle reciproche ricchezze, sperimentando la bellezza di essere Chiese con qualità e beni spirituali differenti, che attendono di poter donare e ricevere quanto il Signore ha suscitato e fatto crescere in ciascuna di esse. D’altra parte, se non saranno per prime le nostre comunità a sentire il desiderio dello scambio e del mutuo aiuto, come potremo aspettarci che le disuguaglianze e le distanze siano superate negli altri ambiti della convivenza nazionale? Al contrario, proprio la forza di questo intreccio di volontà, di condivisione e di arricchimento reciproco sul piano spirituale e pastorale diventa fermento, motivazione e incoraggiamento perché tutta la vita sociale, anche nelle sue dimensioni economiche e politiche, sia spinta verso traguardi sempre più alti di giustizia e di solidarietà” (id. n.15).

Una esperienza capace di un doppio effetto: quello della testimonianza e quello della possibilità che essa si attui anche nelle sedi politiche e parlamentari, ravvivando altre membra del Corpo mistico di Cristo a cui tutti chiama il battesimo.

Una esperienza, nel suo nucleo più profondo, di evangelizzazione (Evangelii Gaudium, 238), in grado di “attrarre i politici fuori dai palazzi istituzionali  e dai partiti offrendo loro uno spazio libero nel quale coltivare una relazione fraterna attraverso la quale ciascuno può riscoprire la propria originale vocazione politica e le ragioni migliori del proprio impegno, un luogo nel quale ritrovare la capacità di parlarsi tra diversi, senza tentare di coprire le divergenze e i possibili conflitti, ma chiarendole e precisandole nel loro significato costruttivo” (A. Baggio. “L’amore degli amori: la politica nella visione carismatica di Chiara Lubich”, in Nuova Umanità 211, pg. 34).

Irrinunziabile il diritto e il dovere della denuncia, siamo chiamati, davvero, a “fare esperienza della carità di Cristo, “evitando che la politica e la fede siano ridotte alla retorica” (Evangelii Gaudium, 232), cooperando piuttosto con spirito fraterno perché la politica riesca ad “operare una inversione di tendenza che scongiuri il tracollo dell’Isola”.

Se da parte delle politica e delle Istituzioni vi è – come Voi Vescovi osservate – “mancanza di idee, dibattiti, confronti in grado di stimolare una partecipazione e un coinvolgimento diffusi della compagine economica e sociale, ma solo passaggi e documenti definiti nelle sedi burocratiche di confronto” e se “la costante appare quella di una continua rincorsa alla gestione emergenziale del contingente, rispetto alla quale proprio l’ormai cronica carenza finanziaria della Regione dovrebbe suggerire ben altro slancio progettuale e capacità di analisi, giudichiamo utile e possibile” – ecco in pratica la nostra proposta – un “tavolo della fraternità politica”, strutturato per ambiti, quanti sono quelli che Voi Vescovi avete posto alla comune attenzione, che metta insieme competenze e capacità presenti nelle singole Chiese di Sicilia, “volontarie” e “volontari” animati da sincero ed autentico spirito di comunione e da una forte passione per il bene comune e i beni comuni della nostra terra, per offrire alle Istituzioni politiche regionali indicazioni e stimoli per operare nel modo più corretto ed efficace.

E’ ciò che voi Vescovi auspicate confidando, anzitutto, “nella responsabilità e nell’impegno dell’intera comunità cristiana”.  “La società siciliana al suo interno – non avete mancato di dirci – possiede una riserva di capacità e competenze che attendono di essere poste a servizio di tutti per sostenere, nella corresponsabilità, la speranza delle siciliane e dei  siciliani”.

E’ un invito e insieme una sfida che sentiamo di accogliere, per convogliare nell’unità:

a) le risorse spirituali, intellettuali e morali del popolo di Dio nella varietà delle sue membra; 

b) le proposte e i progetti germinati e/o già in essere nell’ambito di singole Chiese particolari e di singole realtà laicali;

c) le conoscenze del mondo scientifico ed accademico, delle professioni, delle specializzazioni.

 

In quest’ottica, consideriamo emblematica una esperienza in atto: il progetto dell’AGESCI denominato “Mappa del Coraggio in Sicilia – Storie e promesse in una Sicilia che cambia”, orientato al conseguimento dei seguenti Obiettivi:

-Mettere in relazione le esigenze del territorio siciliano attraverso la condivisione della fase del “vedere”;

-Definire una linea comune della fase del “giudicare”, mettendo insieme i valori e il giudizio… scaturiti dai capitoli.

-Aiutare gli R/S a confrontarsi sulle ipotesi e sulle azioni di coraggio che li vedranno protagonisti nei mesi a venire.

 

I giovani ci offrono già un esempio da seguire.

Con vivo sentimento filiale ci disponiamo ad accogliere il Vostro paterno sentire.      

        

                                                                            Con tutto il Direttivo  

il Segretario Generale

Avv. Alfio Di Pietro  

 

 

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