Pubblicato il

CALTAGIRONE. IL VESCOVO INCONTRA GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA

Il 18 dicembre, alle ore 17.30, mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone, nel corso di una liturgia eucaristica in Cattedrale, confermerà il “mandato” agli insegnanti di religione cattolica della Diocesi; mandato che significa consapevolezza e responsabilità di concorrere con gli strumenti formativi e scolastici all’educazione globale dei nostri bambini, fanciulli e giovani.

“Questo ‘mandato’ sottolinea il ruolo ecclesiale dell’insegnante di religione cattolica – afferma Vincenza Ilardi, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale scolastica e l’Insegnamento della religione cattolica (Ufficio scuola) -. Nei fatti l’insegnante di religione ha una sorta di doppia cittadinanza: in quanto docente è dipendente dello Stato e opera nel contesto delle finalità della scuola, con i diritti e i doveri di ogni docente, in piena sintonia e collaborazione con tutti gli organismi scolastici ai vari livelli. Anche se, in quanto docente di religione cattolica, viene nominato d’intesa e riceve l’apposita idoneità dall’autorità ecclesiastica”.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle varie attività formative condivise dall’Ufficio scuola con la Scuola Teologica di Base “I. Marcinò”.

Questa modalità di “intesa” dice lo spirito e il significato squisitamente ecclesiale di tale “mandato” ed evidenzia le ragioni di fondo di una coerenza di vita e di fede degli insegnanti. In Diocesi sono 81 i docenti di religione cattolica: 50 nella scuola dell’infanzia-primaria, 31 nella scuola media inferiore e superiore.

A partire dal concorso del 2004, il 70% dei docenti è a tempo indeterminato, e il 30% è incaricato annuale – nominato su individuazione dell’Ufficio scuola. L’insegnamento della religione cattolica, in Italia, è previsto per tutti i gradi di scuola di livello non universitario.

“La presenza degli insegnati di religione cattolica nella scuola italiana è disciplinata da apposita normativa – afferma don Gianni Zavattieri, direttore della Scuola Teologica di Base – e trova le sue ragioni di carattere pedagogico e storico-sociale in un servizio concordatario offerto di concerto dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato, il quale, pur facendosi carico degli oneri conseguenti, come per ogni altra disciplina scolastica, ne condivide responsabilmente con la Chiesa la peculiarità e la funzione sociale e culturale, lontana da ogni pretesa o presunzione di privilegio”.

Aggiunge Alberto Asti, insegnante di religione cattolica e vice direttore dell’Ufficio scuola: “Questo momento di ecclesialità offre anche l’opportunità di andare oltre le solite polemiche strumentali circa la legittimità di questa prassi. Pur rispettando le posizioni di dissenso che trovano eco principalmente nelle aree culturali di dissenso, che si appellano al ruolo degli insegnanti di religione come lesivo delle libertà individuali e dei principi di aconfessionalità delle istituzioni pubbliche, va sottolineata, senza riduzionismi ideologici, una indubbia funzione di libertà e pluralità, che esprime la coscienza educativa e la responsabilità dei genitori, che la legge garantisce adeguatamente, mediante il principio della opzionalità di avvalersene o meno”. [01]

ULTIME NEWS