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RAGUSA. “NOI SIAMO INFINITO”: RASSEGNA CINEMAFOGRAFICA

Dopo il successo delle rassegne cinematografiche degli anni precedenti, ritorna l’iniziativa dell’Ufficio per la cultura della Diocesi di Ragusa con un nuovo percorso di cinema d’autore dal titolo “Orizzonti di corresponsabilità”. Il primo appuntamento è per lunedì 18 novembre alle ore 20, presso il Teatro Naselli di Comiso, con il film: “Noi siamo infinito”, di Stephen Chbosky.

Basato sull’acclamato romanzo dello stesso autore che firma la regia, “Noi siamo infinito” é una storia sulle difficoltà di essere adolescente e di trovare il proprio posto nel mondo. “Una storia – si legge nella nota stampa sull’appuntamento – capace di provocare tutti, genitori, insegnanti, educatori e giovani adolescenti, ognuno per la propria parte di responsabilità a cui è chiamato”.

La proiezione sarà preceduta da una presentazione del tema e del film in particolare, e sarà seguita da dibattito opportunamente guidato. L’invito è rivolto particolarmente ai giovani ed a quanti ricoprono ruoli educativi. L’ingresso è libero e aperto a tutti.

“Orizzonti di corresponsabilità” è un percorso composto da sei film d’autore e corredato di schede di approfondimento e di dibattiti, che si snoda nelle città di Comiso (Teatro Naselli), Ragusa (Cinema Lumière) e Vittoria (Multisala Golden), ed intende affrontare diversi aspetti della corresponsabilità: la dimensione relazionale dell’essere umano, l’appello dell’altro alla coscienza, la responsabilità di coppia, di famiglia, di giovani, di educatori e di cittadini, l’impegno in una politica di valori, la solidarietà, gli ostacoli e le radici del male, le scelte di vita e il discernimento per la giustizia, il “prezzo” dell’amore.

“Nel contesto attuale, particolarmente povero di valori e di senso – continua la nota –  urge sempre più riscoprire quell’inesauribile dono di senso dato dall’istituzione della responsabilità radicale: non la responsabilità come “responsabilità per l’io”, bensì come “responsabilità indeclinabile per l’altro”, anteriorità e priorità sull’io, in specie quando si presenta sotto le vesti del povero, dello straniero, del sofferente. Si dischiuderebbero così importanti cammini di riconciliazione e di corresponsabilità, in cui ognuno avrebbe certamente molto da dare e dove le grandi tradizioni religiose dell’umanità potrebbero riscoprirsi unite nel fondare in un orizzonte trascendente le grandi scelte (morali) che ancora attendono l’umanità”. [01]

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