Pubblicato il

NOTO. CARITAS: “OLTRE LA GLOBALIZZAZIONE DELL’INDIFFERENZA”

“Non si vuole restare alle emozioni dopo le tragedie di Sampieri e Lampedusa”. Per questo la Caritas diocesana di Noto ha promosso una serie di incontri nelle scuole e nel territorio per andare “oltre la globalizzazione dell’indifferenza”, accogliendo l’invito fatto da papa Francesco a Lampedusa. Per mettere insieme vita e riflessione gli incontri sono stati affidati ad un testimone di pace: Gianni Novello di Pax Christi, già collaboratore di don Tonino Bello, più volte in America Latina per missioni a favore dei diritti umani e più volte in Africa per riscoprire, insieme alle ferite di questo continente, anche segni di speranza.

Ogni mattina incontra gli studenti delle scuole medie superiori di Modica, mentre mercoledì sera a Modica e venerdì ad Avola ha incontrato quanti hanno accolto l’invito a un momento di sosta ma anche a passi concreti, riguardanti una maggiore informazione, nuovi stili di vita ed anche la proposta di un viaggio estivo come possibile esperienza di una maggiore conoscenza dell’Africa. “Andando in Africa – ha detto Gianni Novello – resti impressionato dalla bellezza dei paesaggi, ma subito ti accorgi delle violenze che continua a subire ad opera delle multinazionali. Capisci meglio allora perché l’immigrazione. Per fuggire da guerre come quelle della Somalia alimentate anche da armi italiane e denunciate da Ilaria Alpi, che potremmo pensare come martire del giornalismo che cerca la verità. O per fuggire dallo Stato – prigione dell’Eritrea. O per fuggire dalla fame a motivo di una desertificazione causata dall’inquinamento del pianeta, frutto dell’inquinamento prodotto dal nostro Occidente e dal sistema di produzione capitalistico”.

Un documentario meglio esplicita come “la macchina del “capitalismo funzionale” condiziona la vita degli uomini, fa diventare gli affari più importanti della vita umana e della dignità della persona, omologa e massifica in Occidente, costringe nel Sud del mondo masse di contadini a fuggire dalla terra e diventare abitanti delle bidonvilles dell’Africa o dell’America Latina, una delle quali papa Francesco ha voluto visitare, a ricordarcene l’esistenza e l’appello che ne deriva. Si tratta, infatti, di un sistema perverso, disumano per il Sud del mondo ma anche per il Nord del mondo che vive nel consumismo e nell’indivualismo con cui si resta tristi. Senza dire della guerra continuamente alimentata dal commercio delle armi, guerra che papa Giovanni ha definito nella ‘Pacem in terris’ “alienum a ratione” (aliena da ogni sano ragionamento). Andando più in profondità, Papa Francesco ci ricorda che è in gioco per tutti la felicità, non come facile allegria ma come possibilità di una vita buona e bella, una vita capace di farci restare tutti veramente umani”.

Da qui la parte costruttiva, l’impegno a ritrovare stili di vita personali, familiari e comunitari attenti al resto del mondo, ad usare la finanza etica, a sviluppare forme di economia solidale, ad andare nel Sud del mondo per conoscere e tessere relazioni.

“La relazione e il lavorio piccolo ma costante di molti insieme – ha sottolineato Gianni Novello -, e non le grandi opere, possono nel tempo ricreare possibilità di umanità nuova”.

“Per questo – dice la responsabile del settore mondialità della Caritas Maria Grazia Modica – si vuole tessere una rete di contatti che permettano di tenere vive tensioni alla mondialità e concretizzarle con passi di giustizia, di pace, di salvaguardia del creato, di accoglienza e inclusione degli immigrati e dei profughi”.

Oltre all’ipotesi di un viaggio estivo in Africa, inteso non come turismo ma come “sguardo che vede” e relazione che si vive nella reciprocità, vi sarà a Pentecoste la proposta nelle parrocchie di un cammino di catechesi attento al mondo e a passi di pace. [01]

ULTIME NEWS