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AGRIGENTO. LAMPEDUSA: UNA LUDOTECA PER GLI IMMIGRATI

Una tenda-ludoteca davanti alla parrocchia di Lampedusa per far giocare i bambini e decongestionare così il centro di accoglienza di Contrada Imbriacola. È l’iniziativa congiunta Caritas-Save the children che partirà nel fine settimana, come annunciato al Sir da Valerio Landri, direttore di Caritas Agrigento.

Un intervento a favore dei bambini dei migranti di Lampedusa è al centro anche di un’iniziativa del Gruppo missionario “Un pozzo per la vita” Merano (Gmm), in accordo con il parroco dell‘isola, don Mimmo Zambito perché, si legge in un comunicato del Gruppo da sempre attivo con progetti di solidarietà e cooperazione allo sviluppo, “di fronte al dramma dei migranti nell‘area del Mediterraneo non si può stare a guardare”. “Come ha mostrato la visita di Papa Francesco a Lampedusa, tre mesi fa – prosegue il Gmm -, la chiesa locale è in prima linea nella lotta contro l‘indifferenza che, tra una tragedia e l‘altra, circonda la sorte di migliaia di persone che cercano una vita migliore. E la cura dei più piccoli, che spesso hanno conosciuto le stesse atrocità degli adulti, è una priorità”. A questo fine il Gruppo ha stanziato una donazione di 10 mila euro per la parrocchia di Lampedusa, mirante alla realizzazione di attività educative e ludiche per i numerosi bambini giunti nell‘isola sui barconi della disperazione. Allo stesso tempo, l‘Ong fondata da Alpidio Balbo invita quanti desiderano dare un contributo a condividere questa iniziativa anche con piccole donazioni sul conto corrente postale 15004393 (intestato al Gruppo missionario Merano) o sui conti correnti bancari del Gmm (elenco su www.gruppomissionariomerano.it), indicando la causale “Progetto Lampedusa”.

Per il direttore di Caritas Agrigento l’attenzione che il Governo italiano e l’Unione Europea hanno dato all’emergenza immigrazione dopo l’ennesima tragedia “è stata fondamentale: almeno si è reso conto delle condizioni in cui si trova il Centro”. La comunità lampedusana, invece, “mi è sembrata un po’ perplessa, perché di visite politiche ne ha avute molte. Qui l’atmosfera è di lutto diffuso, soprattutto dopo aver visto le bare nell’hangar”. Landri precisa che le proteste della popolazione “sono state molto pacifiche: c’erano cartelloni con fotografie e scritte tipo ‘Mettete la nave Libia-Roma’, oppure l’invito ad aprire corridoi umanitari e trovare una soluzione. Ma la visita si è svolta tranquillamente”. “Speriamo si prendano delle decisioni concrete e di ampio respiro – auspica -, senza mettere toppe momentanee che non risolvono il problema, rischiando di trovarci di nuovo di fronte ad una tragedia. Di proclami e provvedimenti ne sono stati fatti tanti, ma non ci si rende conto che la gente continua ad arrivare, rischiando di morire in mare, perché è disperata”.

E se tanti si lamentano dei costi dell’accoglienza, osserva Landri, “molti non sanno che se noi consentissimo ai migranti accolti di inserirsi nel tessuto sociale, e di collaborare al futuro del nostro Paese, i costi sarebbero inferiori. Oppure continuiamo a mantenere i migranti in una condizione di dipendenza che richiede interventi del sistema sociale”. “Chiediamo di fare in modo che l’attenzione su Lampedusa non scemi – afferma il direttore di Caritas Agrigento – altrimenti rischiamo di restare in attesa della prossima catastrofe per ritornare poi alla passerella mediatica”. L’auspicio finale è “che i propositi nati dopo questa tragedia vengano finalmente realizzati e l’Italia possa avere un sistema di accoglienza rispettoso della dignità dell’uomo. Ci auguriamo che Lampedusa possa tornare ad essere un centro di primo soccorso ed accoglienza con una permanenza di 48/72 ore. Strutturando poi un sistema di accoglienza diffusa sul territorio per garantire i diritti umani e i percorsi di integrazione”. [01]

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