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L’Amministratore Apostolico

L’Amministratore Apostolico

È proprio vero che «i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» (Isaia 55,8).
 
In questi giorni, in cui il Signore, attraverso la decisione del Santo Padre, mi ha rivelato «le sue vie» nel chiedermi un servizio delicato e difficile per la Chiesa di Trapani, capisco e accetto ciò che non avrei mai previsto e immaginato a questo punto della mia vita. 
Ma, nonostante la coscienza di assumere una responsabilità sicuramente segnata da fatica, sofferenza e sacrificio, mi accingo con gioia, con speranza e con entusiasmo a intraprendere questa nuova e inedita avventura, convinto che lo Spirito Santo mi conforterà e mi indicherà la strada giusta da percorrere per ricostruire, in questa Chiesa locale, un clima di serenità, di pacificazione e di rivitalizzazione della coscienza ecclesiale, per rimettere in gioco le enormi potenzialità di tutte le componenti del Popolo di Dio, con un rinnovato vigore e una incondizionata dedizione alla Chiesa che vive a Trapani.
Ma sono, altresì, convinto che questo lavoro non potrò compierlo da solo; ho assoluto bisogno della collaborazione sincera, leale e convinta di tutti coloro che, con retta intenzione e profonda fede, vorranno offrire il loro aiuto a quest’opera di purificazione e di risanamento.
Mi rivolgo, soprattutto, ai Sacerdoti e ai Diaconi, primi collaboratori del Vescovo, perché, al di là delle prove subìte e dei disagi sofferti, si sentano partecipi e protagonisti di questo  progetto di ricostruzione del tessuto comunionale così gravemente compromesso. 
Occorre rilanciare, con tutte le risorse possibili, un cammino di integrazione, di dialogo fraterno, di collaborazione e di rispetto reciproco. C’è bisogno di uscire al più presto dal clima di disagio e di conflittualità cercando maggiore trasparenza nella gestione delle nostre istituzioni, di una più credibile ed efficace azione pastorale, e soprattutto di una più incisiva e permanente formazione spirituale presbiterale per aiutare, accompagnare, ispirare e sostenere il nostro popolo cristiano nel cammino di una fede profonda e convinta e che ha il sacrosanto diritto di non essere scandalizzato dai nostri comportamenti che possono provocare estraneità alla chiesa, presa di distanza dalla fede e risentimenti distruttivi.
Dobbiamo aiutarci ad essere i testimoni del trascendente, i servi del Vangelo nella gratuità e nell’accoglienza fraterna.
Da parte mia voglio offrire a questa Chiesa, con tutta l’anima e con tutta la mia lunga esperienza ministeriale, ciò che ho di più caro: il mio amore alla Chiesa, il mio stile di vita e di governo scevro da imposizioni, da preconcetti e da scelte autoritarie, teso ad educare alla libertà, all’auto-maturazione, all’umanizzazione dei rapporti ecclesiali, ma anche all’austerità, alla povertà e al rigore morale.
Percorreremo insieme questa strada, attraverso una conoscenza personale più veritiera, attraverso la gioia di incontrarci e di lavorare insieme, attraverso incontri formativi e spirituali, per crescere nella donazione incondizionata della nostra vita alla causa del Vangelo e alle esigenze della nostra gente.
E, insieme ai Sacerdoti, cercherò di sollecitare e di incrementare la collaborazione dei laici, che nella Chiesa non hanno solo un ruolo di “esecutori”, ma devono portare, nell’autonomia e nella peculiarità del loro carisma, un contributo decisivo e insostituibile alle scelte pastorali, sempre più incarnate nel vissuto culturale e sociale del nostro territorio.
Il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II sarà l’occasione per una rilettura di ciò che deve essere la Chiesa nel nostro tempo, come lievito e segno di speranza, senza chiusure e irrigidimenti anacronistici.
Ai Religiosi e alle Religiose chiedo preghiera e capacità di mettere il loro carisma a servizio della pluralità delle istanze di oggi. La profezia della vita consacrata si deve esprimere anche in una gestione più evangelica delle proprie Opere.
Un saluto particolarmente deferente e cordiale a tutte le Autorità civili.
So quanto sia diventato pesante e rischioso oggi gestire le Istituzioni pubbliche con autentico spirito di servizio al bene comune. Sappiano che in me troveranno sempre, senza discriminazioni di appartenenza e di colore politico, un compagno di viaggio attento, aperto, solidale e sincero, nel rispetto delle reciproche competenze e delle responsabilità istituzionali diverse, ma capace di collaborazione convinta e totale.
Vengo, dunque, non nel segno della provvisorietà, anche se so che il mio mandato è a scadenza, ma con la volontà di “sposare” questa Chiesa, che la fiducia del Papa mi affida e che sento già di amare, nella volontà di compromettermi e di incarnarmi nel travaglio e nelle prove vissute con sofferenza, spendendo tutte quelle energie che il Signore mi vorrà concedere. Sono anziano, ma mi sento ancora un cuore giovane che sa meravigliarsi e godere di tutto ciò che il nostro Popolo ci dona con tanta disponibilità e saggezza.
 Aiutatemi sinceramente, accoglietemi con viva speranza. Vengo esclusivamente per svolgere un servizio che mi onora e mi gratifica. Non ho altro scopo o altre aspirazioni, se non quello di volerVi bene e di aiutarVi a ridare sapore e colore significativi a questa Chiesa trapanese, che, insieme con me, si preparerà ad accogliere il nuovo Vescovo.
 
Con un abbraccio a tutti e una particolare benedizione.
 
 
 
Trapani, 27 Maggio 2012
 + Alessandro Plotti
 Amministratore Apostolico
 
 
 
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