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MESSINA. SETTIMANA TEOLOGICA: SUCCESSO PER IL PRIMO INCONTRO

Si è aperta ieri, in una Cattedrale gremita di autorità civili e militari, diaconi, gruppi parrocchiali e gente comune, la Settimana Teologica 2011. Prima di dare l’avvio ai lavori, è stato proiettato un video riguardante questo evento sin dalla nascita, nell’anno 1960. Dopo 25 anni il nostro arcivescovo, mons. La Piana ha deciso di recuperare e rinnovare questa tradizione per dare slancio all’indispensabile confronto aperto tra Chiesa e cultura in ambito cittadino. Il tema di questi tre giorni è il rapporto tra identità e relazioni sociali: “A chi appartieni? Solitudini e legami”: “Il legame – ha detto il Presule – vincola e limita, per questo l’uomo odierno, spesso preferisce isolarsi”. Ad aprire i lavori don Giuseppe Lonia che ha dato il benvenuto ai convenuti introducendo gli elementi chiave di questa riflessione. Subito dopo, mons. La Piana che, commosso, ha espresso gratitudine per la presenza numerosa, qualificata e rappresentativa soprattutto delle autorità religiose civili e militari, segno questo di attenzione, stima e interesse per la città e il suo territorio. Ha esteso poi i ringraziamenti al Vicario generale per l’apostolato dei laici, mons. Lupò, a don Lonia, Vicario per l’area culturale, al mons. Gulletta, parroco della Cattedrale e a mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, per aver accolto l’invito ad aprire i lavori di questa settimana teologica. L’arcivescovo ha voluto richiamare le urgenze su cui puntare in questo decennio pastorale 2010-2020: la cura della formazione permanente degli adulti e delle famiglie, il rilancio della vocazione educativa degli istituti per la vita consacrata e la promozione di un dibattito ampio e di un proficuo confronto sulla questione educativa anche nella società civile, per favorire un rinnovato impegno da parte delle istituzioni e dei soggetti interessati. “Questo appuntamento – ha detto – è un contributo per riflettere su uno dei temi più urgenti e interessanti che toccano l’uomo di oggi: la sua identità e il suo senso di appartenenza, che sta alla base di solitudini e legami”. Anche mons. Lupò, ha voluto rivolgersi all’uditorio parlando di questa iniziativa: “La Settimana Teologica – ha detto – non è un’iniziativa, ma un esperimento di recupero e rinnovamento di un cammino. Non è un processo di riesumazione di un’esperienza passata, né una ripetizione. Il futuro non si costruisce coltivando la nostalgia del passato, così diventerebbe mera idolatria che paralizza ogni progettualità. Molte cose sono cambiate però, oggi: la Chiesa, il laicato, la società, il mondo; ma la sfida a cui siamo chiamati è quella di saper cogliere gli aspetti più significativi dei cambiamenti epocali per tradurli in esigenze. Noi scopriamo chi siamo quando entriamo in relazione con gli altri e ne prendiamo coscienza; noi non ci apparteniamo ma “apparteniamo a”. Questo è per certi versi limitativo, ma vitale: il legame è vita. Solo in quest’ottica, il disagio e i problemi si tradurranno in proposte virtuose e non virtuali, che possono diventare profezia”. Momento clou di questa prima serata, è stato l’intervento di mons. Crociata, il quale ha parlato dell’appartenenza e comunione nella vita della Chiesa, un tema che presenta carattere di attualità, in un tempo in cui si parla di revocabilità permanente di scelte e legami e che tocca diversi ambiti dell’esistenza sociale, tra cui l’appartenenza civile e quella esistenziale.

 
Mons. Crociata, però, ha parlato dell’appartenenza ecclesiale che può essere vista come una qualunque società: “L’appartenenza stabile – ha detto – appare minacciata da una realtà postmoderna in cui il mix delle molteplici identità cambia continuamente; poiché la costruzione identitaria del soggetto non consiste nel portare a conclusione un unico progetto di vita, si parla allora di fragilità di appartenenza.
Ormai s’intende aderire a una chiesa decidendo liberamente la spiritualità da abbracciare per perseguirla. Ma la chiesa, come le altre realtà comunitarie, risente dei meccanismi che caratterizzano le appartenenze e le diverse epoche in cui esse si realizzano; questo può portare a un’appartenenza di tipo rigido e fanatico.
La fede non nasce per effetto della decisione del singolo di credere, ma è un momento possibile poichè Dio si offre, nel duplice invio del Figlio e dello Spirito Santo e si accosta sempre all’uomo dall’esterno, come ha dichiarato il Papa. L’appartenenza, quindi, è possibile in ragione degli elementi istituzionali della Chiesa tra i quali le Scritture, i Sacramenti e i Dogmi”.
Da questa relazione, mons. Crociata ha tratto i seguenti spunti conclusivi: l’appartenenza ecclesiale non è una realtà statica ma dinamica; essa non può mai essere settaria ma deve essere strutturalmente aperta. L’educazione all’appartenenza costitutiva della nostra identità è il servizio necessario alla riuscita della libertà della persona.
La seconda giornata di lavori è prevista per domani, 8 febbraio 2011, alle ore 18, nella Basilica Cattedrale. Interverranno il biblista don Giuseppe Bellia sul tema “Ascolto e oblio della Parola: per una identità cristiana” e la pedagogista Milena Santerini sul tema “Appartenenze plurali nel vivere insieme”.
 
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