Pubblicato il

20 dicembre 2021

Piazza Armerina

“LA PROSSIMITÀ DI DIO SPRONA A ESSERE GENTILI, AFFABILI E PREMUROSI”

“LA PROSSIMITÀ DI DIO SPRONA A ESSERE GENTILI, AFFABILI E PREMUROSI”

La venuta nel mondo del Verbo divino risveglia un sentimento che accomuna popoli e rileva nella diversità l’origine dell’unità fraterna. Ciò che unisce razze, religioni, culture è infatti l’amorevolezza che trapela dal Vangelo di Gesù, quell’annuncio sulla prossimità di Dio che, per il realismo che lo caratterizza, sprona a essere gentili, affabili e premurosi”. Lo ha scritto il vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana, nel messaggio “Il miracolo della gentilezza” inviato alla diocesi in occasione delle festività natalizie.

L’incarnazione, che è esempio concreto e realista di un modo di incontrare l’altro nella sua diversità, pregno di stupore per la bellezza di verità che si nasconde nella sua esistenza, propone all’umanità – osserva il vescovo – un itinerario stravagante, una sorta di eterno ritorno su sé stessa, per riscoprire umilmente quello che la connota: l’amorevolezza, scampolo della natura divina che, tradotto in termini umani, diventa gentilezza, rispetto e garbo”.

Bisogna ammettere – prosegue mons. Gisana – che l’umanità, nonostante lo strato di infelicità che la ricopre, causato purtroppo dal male a cui si dà facilmente credito, è gravida di quest’amore primordiale che l’incarnazione ha voluto rivelare. Imitare Gesù non è poi così difficile, nonostante l’onnipotenza del Verbo divino”. Il vescovo sottolinea poi che “non sentirsi giudicati è già un traguardo relazionale importante, ma percepire amorevolezza e rispetto, in un contesto di ostentata fragilità e indifferenza, è sorprendente: è l’inizio di un processo di guarigione che le nostre relazioni attendono, per manifestare la bellezza di un’umanità redenta che riscopre l’origine della sua appartenenza a Dio”.

Mons. Gisana conclude il messaggio soffermandosi sulla necessità che l’annuncio “sollecita a fare della propria vita un kerygma”, termine che “specifica il modo d’agire di Gesù custodito fin dalla nascita, attende di essere svelato” e “riguarda il senso di responsabilità che ciascuno deve saper assumere nella relazione quotidiana riconoscendone un atteggiamento di bontà e gentilezza che eviterebbe inutili umiliazioni”.

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