14 settembre 2020
Catania, Acireale, Caltagirone
“CARI STUDENTI…”, MESSAGGIO PER L’APERTURA DELLE SCUOLE
“Cari ragazzi, noi abbiamo urgente bisogno di ognuno di Voi! Ne ha bisogno questa società improvvisamente invecchiata; ne ha bisogno la Chiesa per correre e portare con nuovo entusiasmo il Vangelo, lieta notizia di un Padre che ci ama e cammina con noi nel volto, nelle parole e nella vita di Gesù; ne ha bisogno la politica, passione per il bene di tutti, ormai appassionata soltanto a polemiche sterili e di corto respiro; ne ha bisogno il futuro che non può esistere se non con il Vostro presente fatto di impegno e amorosa ricerca”. Lo scrivono mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, e mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, in un messaggio di augurio, incoraggiamento e vicinanza destinato “agli studenti e agli amici tutti della scuola” nel giorno in cui si ritorna in aula.
I presuli della provincia ecclesiastica di Catania offrono ai destinatari del messaggio quattro parole: verità, condivisione, senso e tempo. La verità e la condivisione sono indicati come l’orizzonte e il metodo della scuola. Senza la prima, che è “meta a cui aspirano il cuore e l’intelligenza umana“, la scuola diventa “un inutile deposito di nozioni che presto saranno dimenticate“; la condivisione, intesa come un “interrogarsi l’uno con l’altro, con gli insegnanti, con i saggi (gli anziani) e con chiunque conserva e può regalare la sapienza della vita“, diventa il metodo della scuola, nella quale imparare quel comunicare che “non è semplicemente trasmettere un messaggio, ma donare una parte importante di sé e questo – scrivono mons. Gristina, mons. Raspanti e mons. Peri – accade soltanto nella presenza che arricchisce e interroga“.
E aggiungono: “Auguriamo ai giovani di scoprire il senso della vita, della vostra vita. Di imparare a disinnescare le trappole, oggi disseminate in tanti percorsi, del facile successo e guadagno; dell’arroganza del potere dei soldi, guida cieca e distruttiva; del dominio di una visione della vita da “paese dei balocchi”; della falsa felicità promessa dall’alcool o dagli stupefacenti, che addormentano e a volte consumano in modo irrimediabile“.
Poi, parlando del tempo “da valorizzare per fecondare con pazienza e costanza il buon terreno del cuore“, i pastori delle Chiese di Catania, Acireale e Caltagirone scrivono: “Di fronte a una giusta, a volte esagerata, scoperta del “tempo libero”, occorre riscoprire il tempo della fatica quotidiana, richiesta da ogni onesto lavoro. Il tempo della scuola ha bisogno del silenzio dello studio e della disciplina della sapienza, per gustare il dono dell’intelligenza che apre alla comprensione e allo stupore delle profondità spirituali“.
Per mons. Gristina, mons. Raspanti e mons. Peri “L’esperienza difficile dell’anno appena trascorso ha interrogato tutti e ci ha fatto toccare con mano la fragilità del cammino quotidiano“, adesso la ripresa della scuola deve segnare “il ritorno, quasi un riscoprire la bellezza dei volti e la necessità di riprendere a guardarsi per crescere insieme“.
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