29 giugno 2020
Caltagirone
“NON È POSSIBILE, DI FATTO, FARE LE PROCESSIONI COME SI SVOLGONO DA NOI”
“Non è possibile, di fatto, fare le processioni così come si svolgono da noi, fino a quando non cambieranno le disposizioni. Pertanto stabiliamo che fino al 31 ottobre dell’anno in corso non si facciano e non si rimandino ad altra data le processioni che si dovevano svolgere in questo periodo”. Lo stabilisce un decreto di mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, proprio mentre ci si avvia a vivere il mese di preparazione alla festa di San Giacomo, santo patrono della città e della diocesi.
La nota del presule spiega che da un lato il Protocollo tra il Ministero dell’Interno e la CEI che tratta delle “Modalità di svolgimento delle processioni religiose” indica la necessità di adottare “le misure relative al distanziamento fisico, all’uso delle mascherine ed all’osservanza della corretta ‘etichetta respiratoria’ e delle altre misure igienico-sanitarie come il lavaggio frequente della mani, il rigoroso rispetto delle misure precauzionali alfine di evitare ogni tipo di aggregazione o assembramento dei fedeli”, dall’altro lo stesso Protocollo delega alle autorità sanitarie, civili e religiose la fattibilità e la responsabilità dell’applicazione. Questo rende appunto “fattivamente impossibile” riprendere le processioni in diocesi. Per mons. Peri, “questa impossibilità, che sicuramente viene a sconvolgere le consolidate tradizioni ed appuntamenti non ci impedisce, però, di esprimere, con una spiritualità più intensa e profonda, e con impegni di operosa carità verso chi maggiormente è stato danneggiato da questa pandemia, tutta la nostra fede e gioiosa devozione. Trasformiamo, allora, questo impedimento in opportunità – esorta -, perché, come credenti e devoti, possiamo dare una chiara testimonianza di santità e del vero spirito di fede e di carità che anima le nostre processioni”. Mentre, dunque, “aspettiamo di poterci esprimere anche con le manifestazioni pubbliche” e “certi che pure questo ci aiuterà a camminare nelle vie del Signore, facciamoci – conclude il pastore della Chiesa calatina – compagni dei fratelli che sono in difficoltà, perché possiamo essere il popolo santo di Dio che non trascura e non lascia indietro nessuno”.
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