07 luglio 2019
Centro Madre del Buon Pastore
FESTA DEI DIACONI INSIEME ALLE FAMIGLIE: “PORTATE LA PACE DI CRISTO IN OGNI CASA”
È stata Messina ad accogliere, domenica 7 luglio, l’edizione 2019 della Festa regionale dei diaconi insieme alle famiglie, organizzata dal Centro regionale “Madre del Buon Pastore” per la formazione permanente del clero. La 18° edizione dell’appuntamento è stata, nelle parole dell’arcivescovo della Diocesi ospitante mons. Giovanni Accolla, “una meravigliosa Giornata di gioia e di fraternità, ma anche l’occasione propizia per purificare le motivazioni della vostra scelta ministeriale e aprirvi al dono dello Spirito che vi fa ardere il cuore“.
Il FIR si è svolto presso il Seminario arcivescovile e ha proposto due relazioni: la prima di don Dario Vitali, della Pontificia Università Gregoriana di Roma, sul tema “Diaconi: che fare?”, e la seconda, sul tema “Diaconi dispensatori di carità per una Chiesa serva e povera”, a cura di Enzo Petrolino, presidente della Comunità del Diaconato in Italia.
Per don Calogero Cerami, direttore del Centro “Madre del Buon Pastore”, “il tema scelto per la riflessione comune, ‘Diaconi ad ministerium Episcopi’, ha permesso ai presenti di approfondire il tema del diaconato come estensione del ministero del vescovo nella cura della Chiesa, in particolare delle membra più doloranti della ‘portio Populi Dei’ a lui affidata”.
A presiedere la celebrazione eucaristica, fulcro della giornata, è stato il vescovo ausiliare di Messina, mons. Cesare Di Pietro, il quale ha invitato i diaconi di Sicilia alla “teologia della prossimità e della vicinanza, tanto raccomandata da Papa Francesco“.
“La vostra vocazione è missione ed è iscritta nell’ontologia della Chiesa, perché non può essere relegata a un ruolo meramente funzionale. Ciascuno di voi lo è con la sua identità propria, personale e coniugale, significata dal nome” ha detto durante la sua omelia. “Sentitevi profondamente amati da Dio nostro Padre e Madre, continui destinatari della sua tenerezza materna – ha esortato il presule – e con la carica di questa consolazione e la forza di queste certezze, anche voi siete abilitati a divenire e ad essere ministri della Consolazione di Dio verso tutti, anzitutto con la testimonianza viva della vostra comunione fraterna“.
E ha proseguito: “Mentre il diavolo è il divisore per eccellenza, noi siamo chiamati a essere ministri di comunione nella Chiesa“. Ha indicato come i primi discepoli di Cristo siano stati inviati “forti solo di una Parola che fa loro ardere il petto e che brucia sulle labbra, di una Potenza dall’alto che è capace di sconfiggere il male e di un amico su cui appoggiare il cuore” e ha parlato di “beni ci dividono, fanno risaltare le nostre differenze sociali, sviluppano le invidie e le gelosie, mentre devono essere strumentali alla comunione, oggetto di condivisione, sacramento di comunione. I 72 discepoli portano il segreto della vita guarita dalla bramosia dell’accumulo – ha detto mons. Di Pietro – per testimoniare che l’uomo vale per quello che è e non per quello che ha ed è impreziosito infinitamente dal dono teologale della pace che ci viene donata quando cessa il desiderio di possedere e di schiacciare gli altri per avere egoisticamente sempre di più“.
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