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FEDE E FAMIGLIA: UN CAMMINO DA FARE INSIEME

FEDE E FAMIGLIA: UN CAMMINO DA FARE INSIEME

Il vescovo Salvatore Muratore sul Convegno regionale di Catechesi

“Il tema del convegno parla chiaro: la famiglia è il primo e decisivo luogo dove si trasmette la fede. Tutte le esperienze, anche catechistiche, senza la presenza e la testimonianza della famiglia rischiano l’insignificanza”. Così mons. Salvatore Muratore, vescovo di Nicosia e delegato CESi per la Dottrina della fede e la Catechesi, spiega la scelta operata dall’Ufficio regionale per la Catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana in occasione del convegno catechistico regionale, che si svolge da venerdì 17 a domenica 19 aprile 2015, a Cefalù (PA).Il titolo è, infatti, “Trasmettere la fede in e con la famiglia”.

“Negli itinerari di fede che conducono al completamento dell’iniziazione cristiana dei ragazzi non si può prescindere da una partecipazione e corresponsabilità delle famiglie. Purtroppo, su questo versante, – aggiunge il presule – le nostre comunità cristiane, tranne rare eccezioni, hanno fatto passi poco significativi. Quanti hanno intrapreso il cammino per fanciulli impostato sul modello catecumenale sanno che punto di forza e decisivo e l’incontro mensile con i genitori. Impostato bene nell’arco degli anni diventa opportunità di lavoro sinergico e per molti possibilità di riscoperta di modalità di vivere la fede insieme in famiglia. Nel campo della fede, i padri hanno una funzione testimoniale insostituibile: nell’immaginario infantile il padre è una figura da eguagliare, da cui imparare, con cui camminare. Se il padre farà vedere il suo legame profondo con Gesù, l’abbandono fiducioso alla sua Parola, l’importanza sostanziale del suo pellegrinaggio domenicale per vivere la comunione con Dio, allora nel cuore dei figli ci saranno semi indistruttibili che prima o poi metteranno radici e porteranno frutto. I figli impareranno Dio Amore e la capacità di spenderla nel dono da madri e padri che impareranno da Dio a donare e amare, misurandosi continuamente sull’icona sponsale di Gesù che ama la sua Chiesa”.Il convegno sviluppa le indicazioni emerse nei precedenti appuntamenti regionali (a Caltanissetta, nel 2012, e Cefalù nel 2014) e s’inserisce nella riflessione dell’attuale contesto ecclesiale, a livello universale, nazionale e regionale. L’Evangelii Gaudium, il Sinodo, “Incontriamo Gesù”, “Educare alla vita buona del Vangelo”, il prossimo convegno ecclesiale nazionale di Firenze sull’umanesimo cristiano, ne costituiscono l’orizzonte ed i punti di riferimento. Il tutto armoniosamente innestato nella riflessione che accompagna il quinquennio della Segreteria pastorale della CESi, dedicata a “L’esodo della famiglia nel tempo della crisi”.Il convegno, secondo la metodologia ormai collaudata, si articolerà in due momenti: uno riflessivo, l’altro progettuale. La prima fase prevede le riflessioni pedagogico – antropologica, biblica e catechetica proposte rispettivamente da Renzo Bonetti, mons. Rosario Gisana e Paolo Sartor. La seconda, che seguirà alla presentazione di alcune delle esperienze più significative già avviate nelle diocesi e ai laboratori, costituisce la parte “produttiva” del convegno, con la lettura critica in prospettiva progettuale, finalizzata all’elaborazione di possibili percorsi, strumenti, input formativi, utili per diocesi e parrocchie.Ci si interroga – e questo è il trait d’union tra le due fasi del convegno – su cosa possono offrire le comunità ecclesiali alle famiglie per aiutarle ad essere quello “spazio in cui il Vangelo è trasmesso e da cui si irradia”.”Bisognerà imparare a parlare di pastorale ‘con’ la famiglia e non solo di pastorale  ‘per’ la famiglia. E qui deve avvenire una inversione di rotta, le famiglie devono riscoprire il loro ruolo all’interno della comunità e parroco e parrocchia devono modellare e organizzare con loro la pastorale. Non basta parlare di collaborazione o di esecuzioni esigite da direttive offerte dal parroco – dice il vescovo Muratore -, è necessario porsi in atteggiamento di dialogo convergente per arrivare ad una forma organica e strutturata di corresponsabilità permanente. Tutto questo significa che nel Consiglio pastorale parrocchiale si penseranno le azioni pastorali della comunità a partire dalla famiglia e si realizzeranno con l’apporto costruttivo e corresponsabile di genitori e figli.Venti anni fa nel Convegno Ecclesiale di Palermo, a cui ho avuto la gioia di partecipare, si affermò in maniera chiara “la necessità di una pastorale d’insieme per la quale la famiglia non è solo destinataria ma soggetto, criterio, punto di vista dei tempi e dei modi delle pratiche pastorali”.La famiglia è chiamata a stare dentro la comunità cristiana e non in disparte o accanto – aggiunge, ribadendo quanto espresso nella sua lettera pastorale alle famiglie “Il Respiro dell’Amore” – La complementarietà, la corresponsabilità, la compresenza e la compartecipazione che sono le componenti fondanti della vita di una famiglia possono e devono diventare stile per costruire la comunità e anche la vita sociale. La famiglia, come afferma il Direttorio di Pastorale familiare, deve diventare ‘luogo unificante di tutta l’azione pastorale’”. Il convegno si apre venerdì 17 aprile 2015, alle ore 15.30. Vista la presenza di diverse famiglie, è stato previsto un servizio di animazione a cura dell’Azione Cattolica, in particolare da educatori ed animatori dell’ACR di Cefalù. Per rendere più agevole raggiungere Cefalù, sede del convegno, dal momento che è stato chiuso il tratto Tremonzelli lungo l’autostarada Palermo – Catania, sono disponibili indicazioni su tratte alternative che, però, potrebbero incidere sui tempi di percorrenza. [01]

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