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PATTI. ALLA SCUOLA DI MARIA PER ESSERE “MODERNI CIRENEI” DI UN’UMANITÀ SEGNATA PROFONDAMENTE DAL DOLORE

Il vescovo di Patti, mons. Guglielmo Giombanco, scrive alle famiglie della sua diocesi in occasione del mese mariano di maggio, e ad esse rivolge l’invito a guardare e ad imitare “Maria, modello di umiltà”. “Viviamo un tempo in cui le parole umiltà e servizio sembrano non avere diritto di cittadinanza nel pensare comune – dice -, eppure oggi è necessario riscoprire il valore dell’umiltà che aiuta a fare verità nella propria vita e del servizio che riempie di senso l’esistenza. L’umiltà – aggiunge – attira la compiacenza di Dio e dispone i nostri cuori al servizio evangelico che presuppone un animo pacificato, un’esistenza libera e un cuore totalmente distaccato”. Per il vescovo di Patti, “il servizio  è lo spazio del dono gratuito, dell’impegno responsabile, della dedizione disinteressata. Tutto ciò richiede una fede viva perché senza di essa emergono i parametri personali e si segue la logica del mondo che induce ad apparire e a rivendicare pretese”. Guardando alla Madonna del Tindari, patrona della Chiesa pattese, mons. Giombanco indica la “fede vissuta con umiltà e amore” di Maria e la addita come lezione per il credente e per l’uomo. “Ci insegna che chi vuol essere il più grande si deve fare servo di tutti, come il suo Figlio Gesù che non è venuto per essere servito, ma per dare la vita in riscatto per tutti. Una fede viva – scrive il vescovo – ci fa cercare con gioia la volontà di Dio e al tempo stesso ci ricorda costantemente che nella Chiesa fa grado chi si lascia condurre con umiltà da Dio. Così cadono tutte le ambizioni, scompaiono le remore, cessano le resistenze e svaniscono i dubbi”. Il modello di umiltà proposto da Maria è poi indicato come medicina per i mali di oggi e via per la gioia vera. “La Chiesa e la società oggi, più che mai, hanno bisogno di tali testimoni – dice il mons. Giombanco alle famiglie – che con umiltà e in atteggiamento di servizio siano i ‘moderni cirenei’ di un’umanità segnata profondamente dal dolore, perché vengano risanate le tante ferite del cuore umano. In questo mese mariano – è l’invito – mettiamoci alla scuola di Maria per imparare da Lei il segreto di una vita pienamente appagata che consiste nella gioia del servizio umile e generoso ai fratelli e alle sorelle che incontriamo nel nostro cammino”. [01]
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