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AZIONE CATTOLICA. MAFIA: “L’IMPEGNO QUOTIDIANO AD ESSERE CREDIBILI”

 In una nota stampa diffusa nel giorno in cui si commemora il 25° dall’omicidio del giudice Paolo Borsellino e all’indomani del danneggiamento della stele che ricorda l’omicidio del giudice agrigentino Rosario Livatino, la delegazione regionale della Sicilia dell’Azione Cattolica ha diramato una nota stampa.
Di seguito il testo integrale.

“Venticinque anni fa due stragi segnano la storia e la coscienza dell’Italia e della Sicilia in particolare, in maggio a Capaci un’esplosione fa saltare in aria il cavalcavia su cui transitano le auto con Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, gli uomini della scorta. Il 19 luglio un’auto bomba uccide Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina gli agenti che lo scortavano.
Due esplosioni che seminano terrore e morte ma anche semi di speranza, speranza in un cambiamento di mentalità, di atteggiamento nei confronti di quell’abominio chiamato mafia.
Cosa possiamo dire dopo un quarto di secolo su questi semi di speranza? Tante iniziative hanno avuto origine da quelle esplosioni, alcune sono cresciute, hanno dato un “senso” a quelle morti, altre si sono perse per strada, qualcuno ha pensato di sfruttarle per i propri fini, creando un marchio, il brand “antimafia” così come sostiene il magistrato dell’anticorruzione .
Tra queste variegate risposte l’Azione cattolica, insieme alla Chiesa italiana, ha cercato, specialmente nell’ambito proprio della formazione, di spiegare che la mafia è principalmente silenzio, ingiustizie, raccomandazioni, prevaricazioni a danno dei più deboli oltre che violenza bestiale.
Non è assolutamente facile arginare questa mentalità mafiosa, specialmente se alimentata da comportamenti inadeguati e contrari da chi ha responsabilità politiche ed amministrative.
L’impegno che quotidianamente cerchiamo di assumerci, con i limiti e i difetti di ciascuno, è di vivere in maniera semplice quanto il Vangelo ci insegna perché, con le parole di Rosario Livatino, non ti chiederanno quanto sei stato credente, ma quanto sei stato credibile”.
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