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MONREALE. GIUBILEO DEI CARCERATI: AL PAGLIARELLLI CON L’ARCIVESCOVO PENNISI

Lunedì 7 novembre 2016, mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, su invito del Direttore Francesca Vazzana e dei cappellani, nel Carcere  Pagliarelli a Palermo, ha celebrato l’Eucaristia in occasione del Giubileo dei Carcerati. Erano presenti molti detenuti delle varie sezioni, che nei giorni scorsi avevano rifiutato il cibo offerto dall’Amministrazione penitenziaria, che è stato donato alla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte, presente alla celebrazione offrendo la sua testimonianza. Un detenuto ha tenuto un discorso di ringraziamento ed ha letto una poesia composta dai detenuti alunni della classe III dell’istituto Alberghiero  all’interno della Casa Circondariale. Erano presenti Giancarlo Trizzino, presidente di Tribunale di Sorveglianza, membri dell’Unitalsi e diversi volontari.
 
TESTIMONIANZA
“Da viceparroco sono stato invitato da alcuni familiari ad interessarmi della liberazione di alcuni prigionieri politici e di alcuni”desaparecidos” vittime della dittatura militare in Argentina. Grazie  alla collaborazione di Caritas Internationalis e di Justitia et Pax riuscii a far rimpatriare in Italia nel 1979 un medico e una ragazza ambedue di Cordoba, che erano stati torturati e detenuti senza processo. Ambedue furono accolti a Grammichele(CT) e la ragazza fu aiutata a conseguire il diploma di assistente sociale. Purtroppo per altri detenuti non si riuscì ad ottenere la liberazione ma solo risposte evasive da parte  del governo argentino.
Ho avuto modo di incontrare molti detenuti ed ex detenuti durante gli undici anni(2002-2013) del mio episcopato a piazza Armerina, diocesi nel cui territorio si trovano tre Case circondariali ad Enna con quattro sezioni, a Piazza Armerina e a Gela. Ho amministrato diversi sacramento del battesimo, della cresima e della prima comunione.  Ricordo che un detenuto, che aveva i parenti fuori dalla Sicilia ,chiese un permesso per poter trascorrere una giornata con me. La  Caritas diocesana ha messo a disposizione un appartamento per i familiari dei detenuti che venivano da lontano..
La Diocesi di Piazza Armerina  ha affidato alla Fondazione Mons. Di Vincenzo” presieduta dal dott. Salvatore Martinez la responsabilità condurre  un progetto di redenzione sociale dedicato ai detenuti e alle loro famiglie presso  un fondo rurale  di 40 ettari appartenuto alla famiglia Sturzo.In occasione della presentazione del progetto ebbi l’onore di ricevere una lettera autografa di  papa Giovanni Paolo II in cui si parlava di “fantasia della carità”. L’opera è stata sostenuta finanziariamente oltre che dalla Diocesi anche dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana , dalla Caritas italiana e dalla Regione Siciliana ed ha avuto  significativi apprezzamenti da parte di varie Istituzioni pubbliche dal presidente della Prison Felloship International. 
Da più di tre anni sono arcivescovo di Monreale dove non c’è nessun carcere. Mi mancava il contatto con i detenuti, che ho trovato tra le persone più disponibili ad accogliere il messaggio di misericordia e di conversione del Vangelo.In alcune parrocchie e strutture della arcidiocesi di Monreale sono ospitati dei detenuti che scontano pene alternative. Il 9 dicembre 2015 all’indomani dell’apertura del Giubileo della misericordia, in comunione  con il nuovo arcivescovo di Palermo don Corrado,  ho incontrato i detenuti della casa circondariale dell’Ucciardone  a  Palermo. In un clima di grande commozione dopo aver commentato la parabola del Padre misericordioso  che accoglie il figlio prodigo e l’episodio dell’incontro di Gesù con Zaccheo il pubblicano, ho parlato ai detenuti della modalità di ottenere l’indulgenza del Giubileo in carcere,  ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre ricco di misericordia. Parecchi detenuti avevano le lacrime agli occhi e mi hanno chiesto di ringraziare a nome loro papa Francesco.
Mi auguro che nella Chiesa e nella società civile  a partire anche da questo Giubileo della Misericordia si prenda sul serio l’appello di Papa Francesco e si tenga conto dell’art 27 della Costituzione Italiana  che recita :”le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. La pena dentro la prigione ha senso se, mentre afferma le esigenze della giustizia e scoraggia il crimine, serve al rinnovamento della persona , offrendo a chi ha sbagliato una possibilità di riflettere e cambiare vita, per reinserirsi a pieno titolo nella società.La comunità cristiana è chiamata ad educare, aiutare, riabilitare, far sentire ciascuna persona degna di essere amata e di essere promossa nella vita sociale”. [01]
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