MESSINA. “COME “LIEVITO” NELLA CITTÀ. PER GENERARE PROCESSI DI CAMBIAMENTO”
“Come “lievito” nella Città. Per generare processi di cambiamento” è il titolo di un appuntamento organizzato dalla Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali dell’Arcidiocesi di Messina. Sabato 22 e domenica 23 ottobre 2016, all’Oasi Azzurra Village, al Lungomare San Saba, a Messina, verranno proposti diversi momenti di condivisione e di riflessione: “Come ‘lievito’ nella storia locale” è il titolo della relazione di Angelo Sindoni, professore universitario di Storia moderna; “Progettare in rete, crescere insieme”, di Enrico Pistorino, referente dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Diocesi; “Esperimenti di democrazia deliberativa” di Ettore Rossi, direttore dell’Ufficio diocesano per i Problemi sociali e il lavoro della Diocesi di Benevento.
“È possibile cambiare la società? È possibile generare processi di trasformazione sociale per rendere Messina una città più vivibile e umana? Come messinesi sappiamo che non possiamo ridurre la nostra cittadinanza al godimento di beni e diritti individuali, ma dobbiamo contribuire a produrre il bene comune. Come cristiani – spiega il segretario della Cdal di Messina, Santi Calderone – sappiamo, infatti, che non ci sono scuse e pretesti di sorta per disinteressarci della vita degli altri, specie di quelli che stanno vivendo questi anni di crisi profonda con maggiori disagi e difficoltà. L’incontro dal titolo “Come lievito nella città. Per generare processi di cambiamento”, vuole offrire a tutti i messinesi di buona volontà, a prescindere dalle diverse convinzioni personali, un’occasione di riflessione e progettazione comuni per favorire la maturazione di nuove iniziative nei settori più importanti della vita civile. Non basta essere spettatori, lamentarsi, piangere inutilmente. Il “lievito”, evangelicamente, è simbolo di un influsso benefico – si legge nell’invito all’evento – che si diffonde come una specie di contagio positivo e trasforma dall’interno la massa, senza alcuna forma di coercizione. Il lievito è una forza mite, una piccola quantità che genera vita ed opere, perché non servono grandi numeri per cambiare le cose, ma qualità spirituale e culturale. È soprattutto quando i problemi e le urgenze si fanno più gravi e incalzanti che deve crescere l’impegno di ciascuno e di tutti, per tendere con perseveranza e coraggio al bene comune”. [01]
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