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UCSI. “Comunicare la Misericordia”: formazione continua con Fisc e Odg

Nell’anno giubilare della misericordia la stampa ha utilizzato in vari modi il termine “misericordia”, spesso ripetuto da Papa Francesco. Per iniziativa della Fisc, Federazione dei settimanali cattolici, e dell’Ucsi, Unione stampa italiana, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti  si è svolto un corso per la formazione continua dei giornalisti a Belpasso dal titolo “Comunicare la misericordia”. L’appuntamento si è svolto sabato 2 aprile 2016, presso il Santuario dedicato al Cuore Immacolato di Maria, Regina della Pace, detto anche “Madonna della Roccia” per le apparizioni della Vergine al giovane Rosario Toscano.
I numerosi partecipanti, ai quali sono stati riconosciuti i crediti professionali, hanno avuto l’opportunità di riflettere sul tema e sui gesti della misericordia, presentati da don Giuseppe Longo, assistente nazionale della Fisc,  direttore di Prospettive e Rettore del Santuario, da don Paolo Buttiglieri, consulente regionale dell’Ucsi, giornalista e docente di comunicazione sociale, dalla teologa Letizia Franzone.  L’incontro formativo, introdotto e moderato dal Delegato regionale della Fisc, Giuseppe Vecchio  con i saluti del presidente regionale dell’Ucsi Sicilia Domenico Interdonato, ha offerto molteplici spunti di riflessioni sulla scia delle indicazioni dei relatori. Don Giuseppe Longo ha ben innestato il tema della misericordia nella data storica del cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, centrando i valori dell’accoglienza e della prossimità come espressione del messaggio cristiano, che non solo è udito ma anche ascoltato e quindi interiorizzato e testimoniato nella vita.  Il magistero della Chiesa con gli ultimi Papi dopo il Concilio ha posto il Cristo al centro dell’azione pastorale e seguendo le tracce di “Cristo, via della Chiesa “ sono stati attivati dei percorsi d’innovazione, capaci di rendere più presente il messaggio cristiano della misericordia, incarnato nel vissuto del quotidiano. Mettendo Cristo al centro, mentre tutte le altre realtà religiose e sociali stanno attorno ed equidistanti si è instaurata una circolarità asimmetrica di azioni che rinnovano i gesti della misericordia come servizio e attenzione verso l’umano. Gli insegnamenti del Vaticano II sono stati lievito e farina per alimentare una nuova cultura di Chiesa, presente e a servizio della comunità, tenda da campo, accogliente e pronta a servire, segno di presenza concreta e di testimonianza diretta.“L’enciclica dei gesti”, come ha evidenziato don Paolo Buttiglieri nell’analizzare i gesti di misericordia di Papa Francesco, diventa più eloquente di tanti scritti e di tante parole. Il mettere in campo, come scelta di vita, l’”agire”, rende efficace il messaggio e le intenzionalità Si dice, infatti, che “chi fa qualcosa a volte sbaglia, ma che non fa niente sbaglia sempre “. Quello che per molti è sembrato “straordinario”, per Papa Bergoglio, primo papa dell’America Latina, è diventato ordinario e “normale”. Le sue scelte, a partire dalla prima visita apostolica a Lampedusa, l’attenzione alle periferie del mondo, la sua pastorale fondata sulla “sollecitudine sociale” che l’ha condotto a mettere in atto azioni concrete verso i poveri, hanno scardinato un’immagine statica di Chiesa che oggi si apre al mondo e accoglie tutti, secondo una prassi di misericordia, tema specifico di un “giubileo” diffuso e presente in tutte le cattedrali del mondo. I benefici di tali gesti sono evidenti e hanno scritto pagine di storia già in questo primo triennio di pontificato, come dimostra la comunione con la Chiesa ortodossa già avviata e la presenza sempre più significativa della Chiesa in Cina, pietre miliari nel cammino della storia della Chiesa e della civiltà umana e cristiana. “A tre anni di pontificato, possiamo ben dire, afferma Don paolo Buttiglieri, Papa Francesco è il papa della Misericordia”.
Con delicata e attenta riflessione la teologa Letizia Franzone ha commentato il brano evangelico della “parabola del Padre misericordioso”, da tempo denominata come “parabola del figliuol prodigo”. Ha evidenziato che porre l’attenzione al Padre che rispetta la libertà del figlio, il quale va via da casa in un paese lontano e sperpera tutti i suoi averi, che attende e accoglie il figlio e lo accoglie con amore “perché era perduto ed è stato ritrovato”, significa ribaltare il punto di vista e la chiave di lettura della parabola che diventa pedagogia della misericordia e rende anche il cristiano di oggi, protagonista attivo nel “racconto della misericordia” e nella comunicazione del senso del perdono, non disgiunto dalla virtù della giustizia.  Poi gli interventi del consigliere nazionale dell’Ucsi Salvatore Di Salvo, del direttore dell’ufficio comunicazioni della diocesi di Ragusa Gianpiero Saladino e del direttore del settimanale de “la Vita diocesana” della diocesi di Noto. [01]
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