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PALERMO. FISM: ASSEMBLEA IN CURIA

E’ convocata presso la Sala Lavitrano della Curia Arcivescovile di Palermo per sabato 17 ottobre 2015, alle ore 10.00, l’Assemblea dei gestori delle scuole dell’infanzia paritarie, cattoliche o d’ispirazione cristiana, della provincia di Palermo, che aderiscono alla FISM, Federazione Italiana Scuole Materne. Tanti i punti all’ordine del giorno, ma uno spicca su tutti: la situazione delle Scuole paritarie in Sicilia.  La vicenda è già balzata agli onori della cronaca nelle scorse settimane e numerosi sono stati gli interventi pubblici, a partire da quello di mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e delegato dei vescovi siciliani per le problematiche della scuola.
In una nota stampa della Federazione si legge: “E’ in ballo la sorte di circa 450 scuole dell’infanzia e di 128 scuole primarie cattoliche o di ispirazione cristiana che rischiano di chiudere. Nel solo anno scolastico precedente ne sono state chiuse 50 dell’infanzia (cioè il 10%) e 18 delle primarie (cioè il 14%). Il motivo è la somma di tre cause che si sono riunite nel corso degli ultimi tempi: la contrazione dei capitoli di spesa del bilancio regionale, fino al loro azzeramento per gli EE.FF: 2016 e 2017; l’abolizione del beneficio del Buono scuola per le famiglie siciliane, i ritardi nella erogazione dei benefici regionali a causa di lungaggini burocratiche spesso ingiustificate e incomprensibili”.
Dopo la protesta della FISM, della FIDAE e delle Associazioni dei Genitori e la richiesta di un incontro con il presidente della Regione Rosario Crocetta, Nicola Iemmola, presidente della FISM di Sicilia e mons. Michele Pennisi hanno incontrato, presso l’Arcivescovado di Monreale l’Assessore Mariella Lo Bello e il Segretario Generale dell’ARS Patrizia Monterosso che hanno assicurato un intervento adeguato del Governo per scongiurare questo rischio.
“Attendiamo fiduciosi questo impegno – ha dichiarato Nicola Iemmola -. Incontreremo anche la Commissione Bilancio dell’Ars per chiedere analoghi impegni anche dai deputati siciliani. Ma siamo pronti a mettere in campo tutte le nostre risorse e le necessarie iniziative per evitare che si perdano circa 3.000 posti di lavoro e che le famiglie siciliane, oltre all’ingiustizia di pagare due volte (con le tasse e con le rette) questo servizio, che spesso il sistema statale non è in grado di offrire, si trovino dalla sera alla mattina con i bambini a casa senza saper dove portarli”. [01]
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