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MESSINA. GUANELLIANI: FEDE E GIOIA INTORNO ALL’URNA DI DON GUANELLA

E’ un tripudio di fede e di gioia ad accogliere l’urna di San Luigi Guanella giunta in Diocesi nel corso di un pellegrinaggio che, in occasione del cenetario della sua morte, sta toccando tutte le comunità guanelliane.
Tante le manifestazioni e i momenti di preghiera organizzati dai Servi della Carità che operano a Messina. I sentimenti delle comunità che hanno accolto la speciale presenza del santo padre fondatore dei Guanelliani è stata affidata ad una testimonianza.
Ecco il testo integrale a firma di Marisa Amato.

“Non pensavo di sentire una gioia più grande di quella provata il 23 ottobre 2011 a Roma, per la canonizzazione del Beato Luigi Guanella. In Piazza San Pietro c’ero anch’io in quel mare di berretti bianchi che inneggiavano di felicità, provenienti da ogni parte del mondo, uniti dal carisma del Padre Fondatore, per il tanto atteso riconoscimento ufficiale della “virtù caritativa” di Don Luigi da parte di Papa Benedetto XVI. Giornate intese, quelle dal 21 al 24 ottobre, di veglie di preghiera e di sante messe di ringraziamento nelle basiliche: San Giuseppe al Trionfale, San Paolo fuori le mura e San Pietro in Vaticano, facendo mio il motto: “il mondo andrà salvato che per la carità”. 25 ottobre, ultima tappa del programma di canonizzazione, pellegrinaggio a Como, “ai piedi” dell’urna di San Luigi, dove noi, del gruppo di Messina, non siamo potuti andare.

Quel particolare momento di partecipazione, in unione fraterna, ha risvegliato nel mio cuore il desiderio e la nostalgia di andare a trovare San Luigi a Como, nel Santuario del Sacro Cuore, dove è custodita l’urna, insieme a quella della Beata Chiara Bosatta. Ma, giorno dopo giorno, anno dopo anno, il desiderio era diventato, per i gravi problemi familiari, quasi un sogno irrealizzabile.

È proprio vero, San Luigi, “è Dio che fa”, ma i Santi intercedono per noi, perché leggono nei nostri cuori. Quest’anno, ricorrendo il centenario del tuo “dies natalis” (1915-2015), pellegrino e viandante per le “case”, sparse da nord a sud d’Italia, quale padre di una numerosa famiglia che ha per te, servo della carità, come campione dell’Amore evangelico da imitare, sei venuto tu a trovare me, in Sicilia, a Messina. Sul sagrato del nostro bel duomo le lacrime di commozione e di gioia -e non sono stata la sola- ti hanno accolto nel primo pomeriggio del 16 maggio (data per me indimenticabile: giorno della nascita del mio genitore terreno), insieme ai canti e alle grida di giubilo dai tantissimi fedeli, dai gialli foulard con la tua foto sopra impressa. Custode dell’urna: Don Umberto Brugnoni. Poi la Santa Messa in Cattedrale, con l’Arcivescovo Mons. La Piana.

A forza mi sono distaccata da te, saresti stato interamente con “noi”, nelle parrocchie SS. Salvatore e San Pio X, ben quattro giorni! Ma come sono volati via in fretta questi giorni, seppure così intensi!

Il 17 maggio, come da programma, sei sceso da monte in processione lungo la via principale del Rione: ovunque un tripudio di colori, di voci e di profumi: coperte e fiori dai balconi con la tua effigie e con i gialli foulard, bandierine, altarini, cartelloni, piante, lumini accesi etc. Che festa per questo evento eccezionale,; per me, regalo unico e impensabile.

Sono stati giorni indimenticabili per chi ti vuol bene ed ha assaporato la tua vicinanza, momento forte per tutta la comunità che si è stretta attorno al tuo corpo davanti all’altare con le veglie di preghiere, celebrazioni eucaristiche, rosari etc. I gruppi guanelliani ed il servizio d’ordine si alternavano per non lasciarti solo ed un continuo via vai di fedeli di altre parrocchie, venuti per l’occasione irripetibile. Il 20 maggio alle ore 11, l’incontro con gli ammalati nell’Eucaristia. Alle ore 14, prevista la partenza per Naro.

Insieme ad un gruppo numeroso ho continuato con mia madre a pregare, a farmi più vicina, dispiaciuta per il distacco come dal proprio genitore. Il cuore gonfio di parole non dette, un magone in gola. Ti abbiamo salutato sotto un sole cocente,  sventolando i nostri foulard gialli, con lacrime agli occhi.

Ho avvertito come uno strappo lacerante e, mesta, sono ritornata a casa. Ma quale meraviglia! Pochi giorni dopo, mi viene consegnata la statuetta con la tua effigie, uno dei premi per il miglior balcone addobbato al tuo passaggio. Che segno per me! Hai voluto restarmi vicino, benedirmi e lasciarmi il tuo messaggio: “…è col fuoco della preghiera che si accende il fuoco della carità verso il prossimo”.

Grazie San Luigi, grazie di cuore”.

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