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RAGUSA. “I GESTI DELLA CURA E DELLA CULTURA DELL’OSPITALITÀ”

Sarà  mons. Franco Montenegro,  presidente della Commissione episcopale per le Migrazioni della CEI e Vescovo delegato per la Pastorale della Salute e la Caritas della Conferenza episcopale siciliana a, a guidare “Salute e Immigrazione”, il convegno che si svolge giovedì 5 dicembre, alle ore 16.30, nella sala Avis di Ragusa. All’attenzione dei partecipanti la riflessione sull’attuale situazione dei migranti. “Oggi in Italia sono presenti oltre 5 milioni di persone di 198 nazionalità diverse – scrive don Giorgio Occhipinti, direttore dell’Ufficio diocesano per la salute di Ragusa – soffermandosi a considerare tali dimensioni del fenomeno migratorio nel nostro Paese, si potrebbe facilmente intuire l’importanza di coniugare salute e migrazioni in vista dei processi di integrazione e di costruzione del bene comune. Se poi pensiamo che la maggior parte degli immigrati ha vissuto un periodo nell’irregolarità e nella paura, attraversando situazioni di sofferenza fisica e mentale senza possibilità di poterla condividere, ci accorgiamo che sul tema della cura e dell’ospitalità sono in questione i fondamenti stessi della nostra umanità e gli apporti decisivi che la fede cristiana ha dato alla nostra civiltà. La nostra coscienza di credenti non può restare indifferente rispetto alle persone in condizione di maggiore fragilità, ma è chiamata a farsene carico e a prendersene cura. Guardando alle icone evangeliche del Giudizio finale (Mt 25, 31-46) e del Buon Samaritano (Lc 10, 25-37), dobbiamo imparare a riconoscere il volto di Cristo in coloro che soffrono, spendendoci personalmente e comunitariamente per contrastare diseguaglianze, solitudine e abbandono. In questa prospettiva, la nostra cura pastorale diventa anche promozione umana: riconoscimento della dignità delle persone migranti, aiuto nell’accesso ai servizi, tutela dei più deboli”.

Nel corso dei lavori verranno evidenziate diverse problematiche. “Un primo aspetto  riguarda la tutela del diritto alla salute mediante l’accesso ai servizi. I dati provenienti dai medici di famiglia – continua il direttore – ci ricordano la lentezza con cui gli immigrati accedono ai servizi sanitari, anche dopo aver ottenuto un titolo di soggiorno. La mancata conoscenza delle istituzioni, l’ignoranza della lingua, la diffidenza naturale portano spesso anche gli immigrati regolari a non avvalersi del medico di famiglia e dei servizi. Questo richiede un accompagnamento che può essere facilitato da un lavoro di rete sociale e sanitaria. Un simile accompagnamento esige di essere ulteriormente rafforzato nei confronti delle persone irregolari presenti sul territorio del nostro Paese e che, comunque, hanno diritto alla tutela della salute. Un secondo aspetto – continua don Giorgio Occhipinti – interessa la particolare attenzione, in un’ottica anche transculturale, ai servizi di salute mentale. La partenza dalla propria terra, l’abbandono della casa, l’arrivo in un Paese diverso, lo stile di vita differente, la nascita e la crescita in una cultura diversa da quella dei genitori, la mancanza di figure parentali fondamentali (il padre o la madre in specie), le forme di violenza manifesta o subdola, unita a discriminazioni, portano spesso con sé problematiche e patologie gravi sul piano della salute mentale”.

Su queste problematiche che richiedono interventi istituzionali “a partire da una  visione dell’uomo e della società che il Vangelo illumina, sugli aspetti giuridico-normativi, clinico-epidemiologici e socio-assistenziali, attraverso un dialogo fecondo tra questi aspetti e i contenuti della nostra attività pastorale”, si sofferma il Convegno che propone come “necessari i  gesti della cura e della cultura dell’ospitalità, base delle relazioni di prossimità di una comunità e dei percorsi educativi”. 

Oltre all’Arcivescovo di Agrigento,  interverranno: Giorgio Assenza, presidente dell’Ordine degli avvocati di Ragusa e componente dell’Osservatorio giuridico internazionale della Migrazione, il quale relazionerà su “Diritto d’asilo e respingimenti”, e Pietro Bonomo, direttore del Simt dell’Asp di Ragusa che parlerà de “La multietnicità e la trasfusione del sangue”.

L’appuntamento conclude un corso iniziato il 4 novembre scorso e organizzato dall’Avo, dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute  con la collaborazione dell’Avis e dell’Asp di Ragusa. [01]

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