MAZARA DEL VALLO. CHIAMATI A SERVIRE IL POPOLO DI DIO
L’1 Novembre, nella solennità di tutti i Santi, l’Ufficio diocesano per la pastorale delle Vocazioni, diffonde il progetto che impegnerà i fedele della diocesi.
Lo riportiamo di seguito
PROGETTO DIOCESANO DI PASTORALE DELLE VOCAZIONI
“Chiamati a servire il Popolo di Dio”
Premessa
Ogni vocazione “è la storia di un ineffabile dialogo tra Dio e l’uomo, tra l’amore di Dio che chiama e la libertà dell’uomo che nell’amore risponde a Dio” (Pastores dabo vobis, n. 36).
“Ogni specifica vocazione nasce dall’iniziativa di Dio, è dono della Carità di Dio. Lo Spirito Santo continua a suscitare risposte generose all’azione misericordiosa e coinvolgente dell’amore divino. È un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita e ha la sua radice nell’assoluta gratuità di Dio. Insegnava Benedetto XVI che “a seminare nel cuore dell’uomo è sempre e solo il Signore. Solo dopo la semina abbondante e generosa della Parola di Dio ci si può inoltrare lungo i sentieri dell’accompagnare e dell’educare, del formare e del discernere. Tutto ciò è legato a quel piccolo seme, dono misterioso della Provvidenza celeste, che sprigiona da sé una forza straordinaria. È infatti la Parola di Dio che di per se stessa opera efficacemente quanto dice e desidera” (dal Discorso di Benedetto XVI ai partecipanti al Convegno europeo sulla pastorale vocazionale, Roma, luglio 2009).
Varietà delle vocazioni: «Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio» (1Pt 4,10).
Esistono nella Chiesa e nel mondo varie vocazioni che, mentre su un piano teologico esprimono la somiglianza divina impressa nell’uomo, a livello pastorale-ecclesiale rispondono alle varie esigenze della nuova evangelizzazione e del servizio all’intera umanità, arricchendo la dinamica e la comunione ecclesiale
“Tutti i membri della Chiesa, nessuno escluso, hanno la grazia e la responsabilità della cura delle vocazioni” (Pastores dabo vobis, n. 41).
La Comunità ecclesiale è il luogo dove si esprimono tutte le diverse vocazioni suscitate dal Signore. Ogni vocazione, che viene da Dio tramite la Chiesa, è un dono destinato alla edificazione della Chiesa e alla crescita del regno di Dio nel mondo. In tal senso la pastorale delle vocazioni ha come soggetto attivo, come protagonista, la comunità ecclesiale come tale, nelle sue diverse espressioni.
Il Progetto di pastorale delle vocazioni: prospettiva unificante di tutta la pastorale
Le Costituzioni (C.S.) del XV Sinodo diocesano, entrate in vigore il 1 gennaio 1997, affermano: “L’impegno nel promuovere e favorire la molteplicità dei ministeri ordinati, istituiti o di fatto, non può prescindere da un’adeguata pastorale vocazionale. Perciò, ricordando la preziosità di tutte le vocazioni, devono essere incoraggiate la pastorale vocazionale e tutte quelle iniziative volte a promuovere la coscienza della dignità della importanza del ministero dei coniugi e del ministero ordinato, nonché il significato ecclesiale della consacrazione contemplativa, religiosa e secolare”. (C.S. n. 9.1). Il documento sinodale invita inoltre “di non considerare la pastorale vocazionale come uno dei settori della pianificazione globale della pastorale diocesana, ma come suo momento fondamentale, prevedendo, soprattutto nel selezionare e organizzare le risorse disponibili, il coinvolgimento di tutte le componenti e gli organismi della Chiesa particolare”.
Con l’elaborazione del presente “Progetto di pastorale delle vocazioni”, dunque, si desidera coinvolgere – nella mirabile varietà dei carismi dati dallo Spirito per l’utilità comune – ogni fedele e ogni ministro della nostra Chiesa locale nel tentativo di qualificare di efficaci dinamiche vocazionali tutti gli ambiti della pastorale diocesana. Tra questi, poi, in particolare attenzione merita la pastorale giovanile. Il riconoscimento e l’accompagnamento delle vocazioni, infatti, trova in special modo nella pastorale giovanile il suo spazio vitale; e la pastorale giovanile diventa completa ed efficace quando si apre alla dimensione vocazionale. Certamente la cura delle vocazioni, cioè l’accoglienza premurosa e l’ascolto attento delle persone che il Signore ci affida, deve essere sempre accompagnata da una testimonianza gioiosa e fedele della vocazione ricevuta e da uno stile di vita comunitaria all’insegna della gratuità, della generosità e della fraternità.
Obiettivo generale del progetto :
La finalità ultima del Progetto è quindi quella di sostenere i giovani nella formazione di una autentica libertà, di una umanità in grado di dialogare con Dio, di riconoscere e di accogliere la sua chiamata. Come afferma Mons. Luciano Monari, attuale vescovo di Brescia, “la prima, fondamentale vocazione comune a tutti gli uomini è quella di ‘diventare uomini’, e caratteristica della natura umana è quella di essere un progetto aperto, incompleto, che si costruisce progressivamente, attraverso molteplici scelte e comportamenti” (dalla relazione “Il presbitero per una Chiesa ricca di vocazioni, Luciano Monari, 2007).
QUESTO OBIETTIVO GENERALE VA DECLINATO IN OBIETTIVI SPECIFICI:
1° Formare animatori vocazionali
2° Dare un’attenzione particolare e specifica alle vocazioni al ministero ordinato e a quelle di speciale consacrazione
3° Rafforzare l’opera dell’Ufficio diocesano per la pastorale delle vocazioni
4° Istituire e promuovere gli “Amici del Seminario”
5° Sottolineare e mettere in pratica il carattere vocazionale della catechesi e di ogni attività di evangelizzazione
QUATTRO INDICAZIONI OPERATIVE
PREGARE
Suggerimenti pratici
a) Inserire, almeno nelle celebrazioni eucaristiche domenicali e festive, una intenzione di preghiera per le vocazioni al ministero ordinato.
b) Celebrare, almeno una volta al mese, una “adorazione eucaristica foraniale o cittadina” per le vocazioni.
c) “Preghiera in Seminario”: Tutte le domeniche di Avvento e Quaresima, alle ore 18.30, Adorazione eucaristica e celebrazione dei Vespri.
d) Santa Messa per le vocazioni, ogni primo giovedì del mese alle ore 18.15, in Seminario (da novembre a giugno).
e) Celebrare l’annuale Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Nel 2014 la Giornata è in programma per l’11 maggio 2014.
f) Giornata diocesana per il Seminario (da celebrare la seconda domenica di Pasqua).
g) Pregare per le vocazioni con la liturgia delle ore. Intenzioni da aggiungere alle invocazioni delle Lodi e alle intercessioni dei Vespri. Il sussidio “Preghiamo per le vocazioni con la liturgia delle ore”, offerto a chi ne farà richiesta, si propone di creare una rete di preghiera quotidiana, affinché essa rappresenti sempre più il fulcro e il cardine di tutta la pastorale vocazionale.
h) Fissare dei “Punti di riconciliazione”: indicare con un dépliant i luoghi e i presbiteri-religiosi/religiose dove è possibile celebrare il sacramento della confessione e/o l’accompagnamento spirituale.
FORMARE
Suggerimenti pratici
a) Attivare un corso di formazione specifica per animatori vocazionali (tre fine settimana all’anno).
b) Creare Laboratori vocazionali nelle parrocchie (incontri specifici con i cresimandi e con i genitori dei ragazzi che partecipano alla catechesi).
c) “Amare X Vivere”: Comunità giovanile vocazionale (dai 17 ai 30 anni).
d) “Tutti chiamati”: celebrare una giornata diocesana annuale su tematiche proposte dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni, da svolgersi nella prima parte dell’anno pastorale.
e) Attivare in ogni parrocchia un gruppo ministranti.
f) Celebrare la Festa diocesana dei ministranti (pomeriggio della terza domenica di Pasqua).
g) Organizzare un pellegrinaggio diocesano dei ministranti a Roma per incontrare il Papa e rinnovare la professione di fede (prima settimana di giugno).
h) Fare incontrare i seminaristi con le comunità parrocchiali della Diocesi (in una domenica dell’anno concordata con i parroci).
i) Invitare alla partecipazione ai percorsi nazionali e regionali per animatori vocazionali.
l) Scuola biblica del Seminario (ogni mercoledì da ottobre a maggio).
m) “Eccomi con gioia”. Festival della musica e del canto vocazionale (da celebrarsi ogni anno nell’ultima settimana di luglio).
SERVIRE
«L’amore e il servizio danno senso alla nostra vita e la rendono bella, perché noi sappiamo per che cosa e per chi ci impegniamo. È nel nome di Cristo che ci ha amati e serviti per primo. Che vi è di più grande del sapersi amati? Come non rispondere gioiosamente all’attesa del Signore? L’amore è la testimonianza per eccellenza che apre alla speranza; il servizio dei fratelli trasfigura l’esistenza; esso manifesta che la speranza e la vita fraterna sono più forti di ogni tentazione alla disperazione. L’amore può trionfare in ogni circostanza» (Giovanni Paolo II, Giornata Mondiale della Gioventù, Parigi, agosto 1997).
Suggerimenti pratici
a) Proporre esperienze di pastorale di strada, come annuncio di una possibilità “altra” di intendere la vita: realizzazione di incontri di piazza, con momenti aggregativi e annuncio (“tenda dell’incontro”, invito alle iniziative diocesane con volantini e mostre).
b) Proporre diverse esperienze di servizio concreto (mense, case per anziani, visita agli ammalati, “vendemmia della legalità”, ecc.).
c) Partecipare a esperienze di cooperazione missionaria (dove vivono i nostri missionari, nella Chiesa in Tunisia, ecc.).
d) Promuovere esperienze per giovani “Vieni e vedi”.
RISVEGLIARE
Se è vero che tutta la comunità cristiana deve testimoniare con gioia e serenità il “Vangelo della vocazione”, il presbitero, in particolar modo – come discepolo di Gesù che realizza la sua vocazione all’amore attraverso il servizio pastorale di guida e di educatore – deve svegliare e dirigere le persone verso il discernimento e il compimento della loro vocazione. Ricordiamoci che le vocazioni si riconoscono – come dono di Dio – e si incoraggiano, non si inducono. Infatti il prete compie il suo ministero bene solo se porta in sé un’autentica ‘passione’ per le persone, il desiderio che le persone crescano e diventino libere, capaci di amare, capaci di compiere fino in fondo la loro vocazione in Cristo.
Una vocazione presbiterale o una vocazione alla vita consacrata possono sorgere solo dove si ritiene che il ministero del prete o della consacrazione religiosa siano indispensabili per la Chiesa e, conseguentemente, preziose per la società. Chi pensasse, infatti, che l’uomo può vivere in pienezza senza Cristo e quindi senza il Vangelo e i sacramenti, o addirittura pensasse che Vangelo e sacramenti sono vincoli posti allo sviluppo della libertà della persona, non potrebbe pensare alla vita spesa per il Vangelo come a una scelta di amore, fatta in vista del bene degli altri.
Suggerimenti pratici
a) Suscitare nei giovani la consapevolezza della loro vocazione all’amore e cioè della responsabilità che hanno di crescere in maturità umana. Educare all’amore e cioè ad andare oltre se stessi per incontrare davvero gli altri con le loro caratteristiche e con la loro necessità. Elaborare un percorso formativo su “amore e responsabilità sociale”. L’incontro con gli altri e con la realtà producono comportamenti e verifiche decisive per il rinnovamento di se stessi e per prendere decisioni vitali.
b) Per far maturare vocazioni è fondamentale l’aiuto a incontrare il Cristo vivente. Il primo “strumento” essenziale è naturalmente il confronto con il Vangelo e gradualmente con tutta la Bibbia (scuola biblica foraniale, lectio divina, settimana biblica, cenacoli del Vangelo o piccole comunità ecclesiali). Il secondo campo dell’incontro con Gesù vivente sono i sacramenti e, in particolare, quel sacramento dell’Eucaristia che accompagna tutta l’esistenza del cristiano. La celebrazione eucaristica è davvero la prima e insostituibile scuola di discernimento vocazionale e di comunione ecclesiale.
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