Pubblicato il

AGRIGENTO. IL VESCOVO DI TUNISI IN VISITA A LAMPEDUSA

 
L’arcivescovo di Tunisi mons. Maroun Lahham ha incontrato oggi, giovedì 22 settembre, in visita privata, le donne, i bambini e i disabili, circa 130, accolti a Lampedusa nella ex base Loran. Aveva chiesto di incontrare i tunisini ancora nel centro di Contrada Imbriacola, dove è stato appiccato l’incendio due giorni fa, ma non gli è stato consentito l’ingresso. L’arcivescovo di Tunisi è in questi giorni a Lampedusa per partecipare alle celebrazioni della festa patronale della Madonna di Porto Salvo. Oggi ha celebrato la messa nella parrocchia. “Le donne, i bambini e i disabili sono i più fragili e vulnerabili, quelli che soffrono di più – dice mons. Lahham -. Dirò loro parole di speranza e di incoraggiamento. Quando sentiranno parlare in arabo saranno contenti”. Alla domanda se avrebbe preferito incontrare i tunisini risponde: “Certo. Ma bisogna rispettare le regole”. In merito agli scontri di ieri l’arcivescovo commenta: “L’emotività non serve, serve la testa. Sono i responsabili politici della Tunisia e dell’Italia a dover usare la testa. Si mettano attorno ad un tavolo a discutere, per non far portare fardelli troppo pesanti alla gente di Lampedusa. Bisogna affrontare il problema in maniera seria, non dando soldi al governo tunisino per ogni persona che torna. Questa non è una soluzione pensata”. Durante la messa di oggi mons. Lahham ha invitato a “pensare a soluzioni che portino la pace nei Paesi di provenienza dei migranti, perché la pace dà sicurezza e la sicurezza dà posti di lavoro. Se si trova lavoro nei propri Paesi non si è più tentati di rischiare la vita per andare altrove. Su 100 persone che arrivano a Lampedusa quanti perdono la vita in mare? Si assumono un rischio forte. Se trovassero opportunità nel proprio Paese sarebbero meno tentati di fuggire”. “Il momento difficile è già passato – conclude -, ora è il momento della riconciliazione e di una riflessione più profonda sul fenomeno dell’immigrazione. E’ inutile pensare che il problema finisce qui. Ci sarà sempre gente che proverà a venire in Europa. Questa situazione va affrontata con calma, positività e con soluzioni pratiche che corrispondano ai bisogni di questi giovani”. [01]
 
ULTIME NEWS