I partecipanti all'edizione 2016 del Percorso per animatori vocazionali proposto da Centro regionale per le Vocazioni, diretto da don Giuseppe Licciardi, hanno vissuto il secondo giorno di convengo a Canicattì, nei luoghi del giudice Rosario Livatino, il testimone scelto per la riflessione sul tema "Vocazioni e santità: io sono una missione".
Un pensiero silenzioso perché l’esempio del giudice Rosario Livatino, della sua vita e della sua vocazione vissuta fino al martirio, parli al cuore di tutti i presenti. Così si è aperto il secondo giorno del Percorso per animatori vocazionali proposto alle diocesi di Sicilia dal Centro regionale per le vocazioni sul tema “Vocazioni e santitò: io sono una missione”. Per una mattina, tutti i partecipanti al PAV si sono spostati a Canicattì, città dove Livatino è nato, vissuto e morto. Prima nella parrocchia che il giovane magistrato frequentava con dedizione ed umiltà. Poi nella sua casa natale, dove visse fino all’ultimo. Infine il luogo della sua sepoltura.
Ad accogliere gli animatori della Sicilia, diretti e coordinati da don Giuseppe Licciardi, le autorità ecclesiali e civili canicattinesi: i parroci, il sindaco, gli assessori. “In virtù dei fatti spiacevoli che si sono verificati, per la morte del giudice Saetta e di suo figli prima e quella di Rosario Livatino poi – è stato detto da chi ha accolto il gruppo -, Canicattì è diventato il centro della lotta alla mafia in questo territorio. Un sacrificio pagato con alto tributo di sangue e con grande dolore, ma proprio quel dramma, oggi, è all’origine della coscienza che è necessario fare il bene, scegliere la giustizia”. [01]
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