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“CHE BRUTTI SCHERZI FA LA PAURA!”

La seconda giornata di Convegno su “Trasmettere la fede in e con la famiglia”, a Cefalù, si apre con la celebrazione eucaristica. La presiede mons. Salvatore Nicosia, vescovo di Nicosia e delegato CESi per la Dottrina della Fede e la Catechesi.

La seconda giornata di Convegno su “Trasmettere la fede in e con la famiglia”, a Cefalù, si apre con la celebrazione eucaristica. La presiede mons. Salvatore Nicosia, vescovo di Nicosia e delegato CESi per la Dottrina della Fede e la Catechesi.
Ecco, in sintesi, la riflessione proposta nel corso dell’omelia.
“Che brutti scherzi fa la paura! È preoccupante come in un attimo i discepoli passino da una esperienza stupenda alla totale desolazione. Che cosa avevano visto un attimo prima? Avevano visto cinque pani e due pesci moltiplicarsi nelle loro mani, avevano distribuito, avevano mangiato, e poi avevano raccolto dodici canestri con i pezzi avanzati. Adesso la paura ha cancellato tutto.
Avrebbero potuto pregare, ricordare ciò che era accaduto poche ore prima, incoraggiarsi a vicenda, ma la notte ha il sopravvento e li divide tra loro e li separa dal ricordo del Maestro. Tant’è che all’atto in cui viene a visitarli viene percepito come un fantasma e genera paura.
Anche a noi può succedere: Gesù viene a visitarci, ma non sempre percepiamo la sua venuta e accogliamo il soffio della sua presenza. Ma la Parola riempie e fuga ogni difficoltà: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Una parola che accarezza il cuore e la vita, e la tenerezza di Dio continua ad attraversare la storia.
C’è una presenza: le apparizioni del Risorto. Venne, stette, disse. E siccome avevano paura che fosse un fantasma, li rassicurò, mise le mani, mangiò con loro il pesce arrostito. Dice loro: “Io sono con voi tutti i giorni”.
La barca che attraversa la storia, lo sappiamo bene, è la barca della Chiesa. Cosa accomuna le nostre Chiese con i discepoli sulla barca? Ci sono segni della difficoltà e della tentazione: la sera che incombe, l’assenza di Gesù, il lago agitato, il vento forte, la stanchezza per la remata in condizioni avverse. E poi sfide sempre nuove: sembra che una difficoltà sia passata quanto immediatamente ne arriva un’altra.
Ma Gesù salì sulla barca… la certezza!
E sulla stessa barca ci siamo anche noi. Non possiamo far prevalere la paura, anzi dobbiamo far osare la speranza. Non possiamo tacere! Nella difficoltà, nello scoraggiamento, nella persecuzione: è lì e allora che dobbiamo reagire e farlo con la preghiera, la Parola, il servizio o diaconia, con la corresponsabilità e la diversità dei ministeri, in armonia e diversità. Allora la notte non ci farà paura!”. [01]
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