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RAGUSA E NOTO. FORMAZIONE PROFESSIONALE: APPELLO AI VESCOVI

I Vescovi di Sicilia erano intervenuti coralmente in merito alle difficoltà del settore della formazione professionale, facendosi interpreti del disagio dei 1.500 operatori della Formazione professionale in Sicilia che non ricevono da oltre un anno gli stipendi, pur continuando a svolgere il loro compito educativo e sociale”. Il Vescovo delegato mons. Michele Pennisi aveva a sua volta rilanciato il messaggio, intervenendo pubblicamente sulla questione a ridosso di una manifestazione indetta dal settore.

Oggi la questione è al centro di una lettera dei lavoratori della formazione professionale della provincia di Ragusa, i quali “continuano a versare in uno stato di disagio lavorativo ed economico, nonostante le promesse, che durano ormai da due anni, gli annunci miranti a nascondere i problemi del settore o a rinviarli o addirittura a far credere all’opinione pubblica che la vertenza è stata risolta e le proteste sono ingiustificate”. Una lettera indirizzata a mons. Paolo Urso e a mons. Antonio Staglianò, rispettivamente Vescovi di Ragusa e Noto.

Questo il testo della missiva.

 

 

Oggetto: Crisi settore formazione professionale

 

I lavoratori della formazione professionale della provincia di Ragusa, continuano a versare in uno stato di disagio lavorativo ed economico, nonostante le promesse, che durano ormai da 2 anni, gli annunci miranti a nascondere i problemi del settore o a rinviarli o addirittura a far credere all’opinione pubblica che la vertenza è stata risolta e le proteste sono ingiustificate. Nulla di più falso. La realtà attuale si manifesta in tutta la sua drammaticità e tende a peggiorare a causa dell’immobilismo e delle poche infauste ed errate decisioni di questo Governo regionale che peraltro si manifesta sordo a qualsiasi appello dei lavoratori e delle OOSS che li rappresentano.

In questi 2 anni l’attuale Governo regionale, allo scopo del nobile intento di moralizzare il sistema che era divenuto insostenibile, intento che anche i lavoratori e le OOSS hanno condiviso e condividono, e con la esplicita dichiarazione di tutelare tutti i lavoratori, ha, di fatto, annientato il sistema e con esso i lavoratori, colpevoli solo della loro debolezza sociale e della loro scarsissima capacità di far sentire la propria voce.

I lavoratori della formazione oggi si trovano, a seconda della filiera in cui operano, in situazioni diversa ma tutti indistintamente in situazione di disagio.

Il disagio lavorativo è accentuato dalla mancanza di qualsiasi forma di Ammortizzatori Sociali. Il settore non gode di Ammortizzatori sociali ordinari e non perché il CCNL di riferimento non lo preveda, ma perché l’attuale Governo regionale, ed in questo caso anche i precedenti, non hanno mai finanziato il previsto fondo di garanzia che consentirebbe agli operatori rimasti senza incarico di attingere alla mobilità ordinaria indennizzata ed accompagnare così i più anziani alla pensione. La suddetta questione riguarda gli operatori di tutte le filiere.  L’attuale Governo regionale, non solo ha continuato a non finanziare il fondo di garanzia, ma non è riuscito neanche a garantire gli AASS in deroga, con il risultato che gli operatori senza incarico nell’anno in corso non possono attingere né all’ASPI, né alla CIG in deroga, né a nessun’altra forma di AASS. La situazione si sta sbloccando negativamente con il progressivo licenziamento dei lavoratori messo in campo, a varie ragioni, dagli Enti.

Nel dettaglio:

          gli operatori degli ex sportelli multifunzionali, che si occupavano delle politiche attive del lavoro,  sono stati di fatto “precarizzati” mediante l’affidamento del servizio delle stesse al CIAPI di Priolo per il semestre da ottobre 2013 ad aprile 2014 e successivamente sospesi e lasciati senza lavoro e, come già detto, senza alcuna forma di Ammortizzatore Sociale.  Al riguardo è necessario evidenziare che la sospensione di questi operatori ha causato l’interruzione del servizio di erogazione delle politiche attive del lavoro, previsto da precise normative comunitarie e nazionali e considerato indispensabile a livello nazionale ed europeo, tanto è vero che l’Unione Europea ne finanzia i relativi progetti di attuazione. L’interruzione di detto servizio crea un danno agli operatori ma soprattutto alla società tutta ed in particolare ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro o che tentano di farlo. Il bando denominato “Garanzia Giovani”, anch’esso finanziato con fondi europei, non cambierà la situazione in quanto offrirà, se mai dovesse andare in porto, un’opportunità lavorativa per un massimo di 2 mesi e non per tutti e riattiverà il servizio di politiche attive del lavoro solo temporaneamente e soltanto per una fascia di utenza (giovani dai 15 ai 29 anni), lasciando esclusi dal servizio tutti gli altri. Si evidenzia infine che i lavoratori devono ancora percepire le spettanze di alcune mensilità che riguardano il servizio erogato negli anni 2012/2013, a causa del mancato sblocco dei mandati di pagamento da parte dell’amministrazione regionale.

          gli operatori dei corsi dell’obbligo formativo, pur lavorando, non percepiscono la retribuzione da più di 18/24 mesi. Nello stesso settore c’è poi da rilevare il grave disagio dei ragazzi che frequentano i corsi e delle loro famiglie che si trovano nella impossibilità di assolvere all’obbligo formativo, col rischio di essere denunziati o, nella migliore delle ipotesi, di non acquisire né una qualifica né un diploma ed essere esclusi dalla gran parte delle opportunità lavorative o formative future. Inoltre anche gli Enti di formazione che offrono tale servizio rischiano di chiudere battenti e non poter offrire tale servizio per il futuro con la conseguenza di un maggior aggravio del fenomeno della dispersione scolastica.

          L’attività di formazione professionale è stata di fatto quasi annullata su tutto il territorio regionale e provinciale per via delle revoche dell’accreditamento agli enti, con la conseguenza gravissima della impossibilità dei cittadini di accedere a qualsiasi forma di qualificazione, riqualificazione, o specializzazione, così come succede in tutte le altre regioni d’Italia, e della ulteriore distruzione dei posti di lavoro di tutti coloro che nel settore operavano. Una situazione gravissima che viene a colpire lavoratori che, come tutti gli altri del settore, non vengono retribuiti da svariati mesi, non hanno ancora avuto accesso ad alcuna forma di sostegno al reddito, e non hanno alcuna prospettiva circa il loro futuro occupazionale.

A tutti i lavoratori rimasti senza incarico anche a causa delle revoche dell’accreditamento, e all’utenza era stata fatta la promessa di soluzioni alternative tendenti alla conservazione dei posti di lavoro e alla erogazione del servizio attraverso il progetto denominato “Prometeo”, che doveva reclutare tutti gli operatori rimasti senza incarico ed attuare i corsi che dovevano gestire gli Enti. Anche in questo caso la promessa è rimasta tale, infatti il progetto “Prometeo”, bandito a dicembre 2013, non ha avuto ancora attuazione.

Ciò premesso, considerate le conseguenze di carattere sociale e di ordine pubblico che il perdurare di una simile situazione può produrre, si chiede il Suo intervento, a supporto di codesta annosa vertenza, di intervenire presso ile Istituzioni centrali e regionali, allo scopo di difendere la dignità dei lavoratori  della formazone professionale in Sicilia.

I punti fondamentali della vertenza degli operatori della formazione professionale sono:

 ·     L’immediato stanziamento, da parte della Regione, dei fondi necessari a pagare la cassa integrazione in deroga agli operatori della formazione professionale visto che il Ministero del Lavoro ha chiarito che lo stato non coprirà la CIGD ai lavoratori della formazione in quanto dipendententi di enti senza fini di lucro, ma potrà essere finanziata dalla Regione così come recepito dalla Regione attraverso la direttiva del dipartimento regionale del lavoro dello scorso 7 novembre;

·     Il coinvolgimento delle Istituzioni a livello nazionale, che stimoli il governo regionale alla soluzione della vertenza della formazione professionale e delle politiche per il lavoro in Sicilia;
·     L’attivazione dei processi di accompagnamento alla fuoriuscita del personale della formazione professionale con l’ausilio degli strumenti comunemente applicati alle imprese: vedi mobilità ordinaria;
·     L’immediata contrattualizzazione di tutti i lavoratori in posizione utile nei bandi “PROMETEO” e “GARANZIA GIOVANI”;
·     L’individuazione di risorse aggiuntive, anche attraverso la rimodulazione del POR 2007-2013, che permetta di prolungare il bando “GARANZIA GIOVANI” e di mantenere in servizio tutti gli operatori della filiera dei servizi almeno fino al 31/12/2015;
·     L’immediato avvio della terza annualità dell’avviso 20;
·     L’apertura delle trattative per la riforma della formazione professionale e dei servizi per il lavoro allo scopo di mantenere i livelli occupazionali, con contratto a tempo indeterminato, di tutti gli operatori del settore e garantire i servizi formativi e del lavoro in Sicilia.
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