NOTO. “FARSI CASA”: AL VIA A SCICLI UN PROGETTO DI HOUSING FIRST
E’ stato avviato giovedì 4 giugno 2015, nel convento di Valverde, il progetto “Farsi Casa” , un nuovo segno della carità generato dalla rete tra Fondazione San Corrado, Fondazione di Comunità Val di Noto, Fondazione “Con il Sud”, Caritas Italiana.
L’antico convento ristrutturato sarà destinato all’ “housing first” (che si può sintetizzare nell’espressione “prima di tutto la casa”), ovvero all’accompagnamento abitativo come primo passo per un recupero di dignità. Questo modello di gestione della marginalità e del disagio socio-abitativo si basa sul concetto della casa come diritto fondamentale dell’uomo. Ciò di cui si ha bisogno è prima di tutto una casa e, ancora più importante, che questa dia la misura della dignità di essere umano. Da qui, passo dopo passo, si punterà a percorsi di autopromozione della persona che ne facciano riemergere capacità e fiducia nelle relazioni. Per ogni destinatario sarà quindi organizzato un programma di accompagnamento, di ascolto e aiuto, che dia la dimensione dell’accudimento e della prossimità, non come arrivo ma come “ripartenza” dalla stessa soglia di ingresso. Il centro farà parte di una rete più ampia di accoglienza tra i territori di Scicli e Modica, insieme ad altre realtà già esistenti come l’Associazione “We care”, l’Associazione “Don Giuseppe Puglisi”, “Il Portico di Betsaida” (coinvolte in rete nel progetto “Ripartenze” della Fondazione di Comunità Val di Noto), che in forme diverse affrontano tutte il tema dell’abitare.
Sarà sempre curato il raccordo con i servizi sociali e sanitari locali, prevedendo anche supporti economici e lavoro in rete. Costante sarà anche il rapporto con parrocchie, scuole, associazioni, per sensibilizzare al tema dell’abitare e per ulteriori supporti.
Il centro è ubicato in via Valverde, in uno dei quartieri più antichi e popolari di Scicli: recuperare la funzionalità di questa struttura significa rivalutare un grande patrimonio immobiliare, storico, e spirituale. Per significare il suo radicamento nel territorio e nella storia della città, prenderà il nome di “Casa Valverde”. Il centro abitativo del convento, molto ampio e su tre livelli, sarà punto di arrivo e ripartenza per alcuni, e occasione di incontro e condivisione per tutti.
Casa Valverde si aprirà ad un’ampia tipologia di accoglienze: potrà ospitare circa diciotto persone (singoli e nuclei familiari sfrattati, o in condizione di forte disagio, persone in uscita dal carcere o dalla prostituzione, senza fissa dimora, migranti in difficoltà …) che usufruiranno, a seconda delle necessità e della condizione di singoli o nuclei, di otto stanze con bagni annessi. Vi è poi una cucina, una mensa comune, una sala per il tempo libero e le attività dei bambini, una piccola biblioteca, una lavanderia.
Coinvolte in questo “farsi Casa” per il prossimo anche le giovani generazioni: gli studenti dell’indirizzo I.p.i.a. dell’Istituto “Galilei Campailla” di Modica stanno dedicando le ore di laboratorio alla realizzazione di alcuni mobili per le stanze di Valverde. Prendono vita, anche grazie al loro prezioso contributo, i vari locali della Casa, che saranno dedicati a quanti hanno voluto sempre dare una dimensione fraterna alla carità coniugando insieme condivisione, educazione, impegno per la giustizia: i Papi Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco; i “padri” della Caritas Italiana Mons. Giovanni Nervo e Mons. Giuseppe Pasini; Mons. Salvatore Nicolosi, “padre” della Caritas diocesana di Noto.
La presenza di una comunità religiosa – le Suore della Presentazione di Maria al Tempio, provenienti dalla diocesi gemella di Butembo-Beni – permetterà un riferimento costante per le persone accolte.
Prossimamente sarà avviato anche un cantiere educativo dal significativo nome “La fontana del villaggio”, con cui papa Giovanni XXIII indicava la funzione della parrocchia e la sua vicinanza discreta, affettuosa e nutriente alla vita di tutti. Casa e cantiere educativo diventano segno di una Chiesa che si fa concretamente povera e dei poveri e al tempo stesso segno di una carità che impegna la comunità tutta a farsi casa perché i poveri ritrovino la dignità di uomini e di una città che accoglie e fa crescere le nuove generazioni con un senso bello e forte della vita. [01]
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