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LA “TEOLOGIA DELLA CITTA’” APRE I LAVORI DEL CONVEGNO DELLE CHIESE DEL SUD

 Un milione e centomila sono i giovani tra i 24 e i 36 anni che hanno lasciato le regioni del meridione negli ultimi anni. È il dato allarmante emerso l’8 e 9 febbraio presso il Centro Congressi della Stazione Marittima a Napoli al convegno delle Chiese del sud su “Giovani e lavoro” organizzato dalle Conferenze episcopali di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. L’esodo delle forze migliori, la maggior parte sono laureati o diplomati, contribuisce al fenomeno della desertificazione soprattutto dei piccoli centri non essendo compensata dagli immigrati che in queste regioni transitano soltanto (a fronte del milione e centomila emigrati soltanto 400mila sono gli immigrati rimasti al sud). Nutrita la delegazione siciliana guidata dal Presidente della Cesi mons. Salvatore Gristina e composta dai vescovi Cuttitta, Gisana, Fragnelli, dal dott. Vincenzo Morgante e da don Giuseppe Rabita, direttore della Segreteria Pastorale, da Michele Odierna della diocesi di Catania che ha raccontato la situazione siciliana, da Giuseppe Notarstefano, Direttore dell’Ufficio per la pastorale del lavoro di Palermo che ha condotto il gruppo di lavoro “Lavoro e legalità”. Presenti anche altri 30 rappresentanti di tutte le diocesi siciliane.
Due le relazioni fondamentali attorno alle quali si è snodato il convegno. Quella di don Adolfo Russo, teologo della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale al mattino di giorno 8 e quella del prof. Leonardo Becchetti, economista dell’università di Roma Tor Vergata il secondo giorno.
Don Adolfo Russo ha presentato un approccio teologico testimoniale al tema “Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovanissimi nel Sud?”.
“Siamo di fronte ad un grave dramma che assilla e soffoca il nostro paese – ha esordito don Adolfo – la disoccupazione giovanile. Un giovane su tre è senza lavoro. Non possiamo tollerare di vederli senza prospettive, senza futuro, ai margini della società e della storia. La loro fiducia nella vita, nella scuola, nelle istituzioni è al minimo immaginabile. Quante storie di tossicodipendenza partono da questo buio esistenziale! Quante affiliazioni alla camorra nascono dalla speranza di trovare in essa l’unica alternativa possibile!”.
Il relatore ha poi fatto un breve excursus dell’impegno della chiesa sul tema del lavoro e del mezzogiorno a partire dal 1948, anno del primo documento dei vescovi del Sud intitolato “I problemi del Mezzogiorno” evidenziando anche le carenze dell’azione educativa delle comunità ecclesiali nel formare una coscienza etica, sensibile alle responsabilità sociali.
La proposta da cui ripartire per la Chiesa del Sud – a giudizio del teologo – è quella di investire “meno risorse sul ‘sacro tradizionale’ e più sul recupero dell’umano, sviluppando una vera e propria ‘teologia della città'”. 
Scopo del convegno è quello di elevare l’attenzione su un problema divenuto drammatico e sollecitare le istituzioni ad intraprendere “iniziative politiche per tutti i giovani del nostro territorio”.
Di fronte alla disoccupazione giovanile – ha chiosato il relatore – è necessaria “una vocazione delle Chiese del Sud a sviluppare un ruolo morale, sociale, pastorale, a divenire un soggetto di idee, proposte, percorsi di riscatto sociale. Siamo tutti convinti – ha concluso don Adolfo Russo – che impegnarsi per i giovani è la più alta e intelligente forma di investimento”.
Dopo la proiezione di un video realizzato dalla redazione campana della Tgr che ha presentato sinteticamente la situazione occupazionale del meridione, sei giovani hanno illustrato le opere virtuose di ciascuna regione.
Nel pomeriggio hanno avuto luogo i lavori di gruppo secondo cinque aree tematiche: Etica e lavoro, Lavoro e legalità, Lavoro innovazione digitale e progresso tecnologico, Agricoltura artigianato turismo e lavoro, Sicurezza sul lavoro e difesa dell’ambiente. [00]
 
(Seguono altri aggiornamenti)
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