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IN DIFESA DELLA “RICCHEZZA UNICA ED INSOSTITUIBILE DEL MESSAGGIO CRISTIANO SULLA BEATITUDINE E SULLA SANTITÀ”

In occasione della Solennità di tutti i Santi mons. Vincenzo Manzella scrive ai fedeli e soprattutto ai sacerdoti. Il vescovo di Cefalù, delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per i Problemi sociali consegna "una qualche preoccupazione dettata solo e sempre dall’ansia pastorale che penso condividiate pienamente". In una lettera evidenzia: "Le nostre coscienze di pastori non possono non interrogarsi sulla grande quantità di conseguenze che queste feste neopagane esercitano sulla visione cristiana della vita, della morte, dell’eternità e della speranza. La ricchezza unica ed insostituibile del messaggio cristiano sulla beatitudine e sulla santità corre il rischio di essere non solo fortemente manipolata - dive il presule - ma calpestata nella sua bellezza e nella sua verità. In questi giorni dobbiamo tutti sentirci invitati nelle nostre comunità cristiane a lanciare proposte pastorali creative ed anche nuove che riescano a farci respirare e a trasmettere soprattutto alle nuove generazioni un vero e proprio clima di festa, di gioia che abbia al centro i messaggi e i contenuti della fede che professiamo".

In occasione della Solennità di tutti i Santi mons. Vincenzo Manzella scrive ai fedeli e soprattutto ai sacerdoti. Il vescovo di Cefalù, delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per i Problemi sociali consegna “una qualche preoccupazione dettata solo e sempre dall’ansia pastorale che penso condividiate pienamente”. In una lettera evidenzia: “Le nostre coscienze di pastori non possono non interrogarsi sulla grande quantità di conseguenze che queste feste neopagane esercitano sulla visione cristiana della vita, della morte, dell’eternità e della speranza. La ricchezza unica ed insostituibile del messaggio cristiano sulla beatitudine e sulla santità corre il rischio di essere non solo fortemente manipolata – dive il presule – ma calpestata nella sua bellezza e nella sua verità. In questi giorni dobbiamo tutti sentirci invitati nelle nostre comunità cristiane a lanciare proposte pastorali creative ed anche  nuove che riescano a farci respirare e a trasmettere soprattutto alle nuove generazioni un vero e proprio clima di festa, di gioia  che abbia al centro i messaggi e i contenuti della fede che professiamo”. [01]
 
Di seguito il testo integrale della lettera del vescovo.
Fratelli e figli carissimi amati dal Signore,
come ho già fatto qualche anno fa alle porte  della Solennità di tutti i Santi ritorno a  rivolgermi a tutti voi per consegnarvi una qualche preoccupazione dettata solo e sempre dall’ansia pastorale che penso condividiate pienamente.
Tanti figli della nostra amata Chiesa sono già alle prese con i preparativi per la festa di Halloween. Un “secondo” macabro carnevale che riempie le vetrine dei nostri negozi di maschere di fantasmi, di vampiri, di mostri, di zucche, candele e lumini. Bambini, adolescenti, giovani, genitori, insegnanti e anche  nonni pare che mettano da parte il nostro calendario cristiano perché ammaliati da un calendario consumistico che alla vigilia della Solennità di tutti i Santi e della Commemorazione dei nostri cari Fedeli Defunti  propone una subdola festa delle streghe. Il mondo della Rete, canale di comunicazione preferito dalle nuove generazioni, pubblicizza senza tregua serate in discoteche e locali all’insegna di un “innocuo” divertimento dove però aleggiano possibili forme di magia e occultismo. E’ iniziata la corsa per l’acquisto di biglietti- invito per la notte dei misteri anche tra tavoli a forma di bare con cartomanti e chiromanti.
Le nostre coscienze di pastori non possono non interrogarsi sulla grande quantità di conseguenze che queste feste neopagane esercitano sulla visione cristiana della vita, della morte, dell’eternità e della speranza. La ricchezza unica ed insostituibile del messaggio cristiano sulla beatitudine e sulla santità corre il rischio di essere non solo fortemente manipolata ma calpestata nella sua bellezza e nella sua verità. In questi giorni dobbiamo tutti sentirci invitati nelle nostre comunità cristiane a lanciare proposte pastorali creative ed anche  nuove che riescano a farci respirare e a trasmettere soprattutto alle nuove generazioni un vero e proprio clima di festa, di gioia  che abbia al centro i messaggi e i contenuti della fede che professiamo. Nelle nostre omelie, catechesi, ritorniamo a parlare sempre ma specialmente in questi giorni e con rinnovato fervore della santità ai nostri bambini, ai giovani, ai genitori, agli anziani, a ogni nostro fratello che incontriamo. Parliamo della santità pensata, collocata e vissuta nel nostro tempo. Papa Francesco nell’udienza generale del 19 novembre dello scorso anno ha affermato: “Tutti i cristiani in quanto battezzati, hanno uguale dignità davanti al Signore e sono accomunati dalla stessa vocazione, che è quella alla santità. Per essere santi non bisogna essere vescovi, preti o religiosi. Tutti siamo chiamati a diventare santi! Tante volte continuiamo a  pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera. Ma non è così! Qualcuno pensa che la santità sia chiudere gli occhi e fare la faccia da immaginetta, tutta così… No! Non è quella la santità”. E continua: “La santità consiste nel vivere con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno”. Non conformiamoci alla mentalità di questo tempo tanto travagliato e pieno di crisi di ogni ordine e grado chiudendo i nostri occhi e le nostre bocche di fronte ai messaggi ingannevoli di Hallowwen e di tutti i suoi contorni neopagani. Presentiamo e doniamo alle nostre comunità proposte pastorali che si oppongano ai biglietti-invito con disegni di teschi, bare e  maschere. In questi giorni anche noi  apprestiamoci ad  aprire le porte delle nostre chiese, oratori, locali parrocchiali con iniziative che contengano “i disegni colorati” della festa della vita, della fede, della speranza, della preghiera, della condivisione, del farci santi. Occorre, pertanto, che siamo tutti profeticamente determinati nel non concedere l’uso dei nostri locali parrocchiali per  serate o incontri anche organizzati da altri che siano legate a questa festa anglosassone. Ai lumini, candele, pseudoincensi, profumi e maschere che fanno da  tetra coreografia ai vari locali per la feste delle streghe sostituiamo la luce della nostra fede, il profumo della profezia, il volto della carità con possibili momenti di preghiera e di fraternità verso gli ultimi, i poveri, gli anziani, quanti vivono l’esperienza terribile della solitudine, gli extracomunitari,  i diversamente abili delle nostre comunità. Chiamiamo, interpelliamo per  queste nostre proposte i nostri fedeli: bambini, catechisti, operatori pastorali, volontari di associazioni e movimenti per consegnare a ogni nostro fratello il volto di comunità parrocchiali, di una Chiesa che fa della santità una festa straordinaria nella quotidianità. Alle porte del Giubileo della Misericordia possa la Solennità di tutti i Santi, trasformarsi in un invito specialissimo per noi tutti ad  aprire ” le porte” del nostro cuore alla santità.
Con questo augurio, affidandomi alla creatività pastorale e al buon senso di voi tutti, assicuro la mia vicinanza nella preghiera e affettuosamente vi benedico.
 

 

Cefalù, 28 Ottobre 2015
                                                                                              Vincenzo Manzella, vescovo
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