“I GIOVANI, LA FEDE E IL DISCERNIMENTO VOCAZIONALE”
Le diocesi della Sicilia, insieme con le diocesi della Calabria, si preparano alla celebrazione del sinodo dei vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. I responsabili della pastorale giovanile delle due regioni si sono ritrovati venerdì 28 aprile 2017 a Messina, presso il seminario arcivescovile. A guidare la loro riflessione il direttore del servizio Nazionale per la pastorale giovanile, don Michele Falabretti.
“Lo scopo del ritrovarsi è quello di delineare più chiaramente il percorso del Sinodo dei giovani. La riflessione che il Papa ha chiesto alla Chiesa universale – spiega don Falabretti – si dovrà concretizzare nelle Chiese locali. A partire dalla sollecitazione dei vescovi, con gli incaricati regionali abbiamo formulato un programma ed è stato realizzato anche un sussidio che accompagnerà questo cammino. Certamente si offrono a degli stimoli, ma sarà compito delle diocesi e delle regioni ecclesiastiche individuare e indicare possibili sviluppi, a propria misura”.
Per il direttore dell’Ufficio regionale per i giovani, don Dario Mostaccio, “il percorso regionale prevede il coinvolgimento non solo degli accompagnatori e dei formatori, ma anche dei diretti interessati, dei giovani. Si vuole, infatti, arrivare ai ragazzi delle scuole e agli universitari”. In Sicilia, uno degli aspetti più significativi del percorso preparatorio è dato dalla collaborazione con l’uUficio regionale per le vocazioni, con il quale si è pensato ad un appuntamento regionale e a tre tasti. “Il primo è un momento formativo sulla dimensione dell’ascolto. Lo attiveranno- spiega don Dario – in tutte le diocesi, per preparaci alla seconda fase: le tende dell’ascolto. Il terzo passo – aggiunge don Mostaccio -, nella primavera del 2018, saranno i cammini dei giovani. Cammini verso una meta geografica, ma che spirituale. A maggio, infine, ad Agrigento il raduno dei giovani con tutti vescovi della Sicilia”.
“Il Sinodo si prepara con un percorso di discernimento personale e pastorale. È fondamentale – ha detto don Falabretti – non fermarsi solo a riflettere solo su Vangelo, Chiesa e società: è fondamentale tenere presente anche l’importanza della libertà personale. La dobbiamo suscitare, cercare, rispettare. Dobbiamo educare i ragazzi in tal senso. Libertà personale significa mettere in conto che qualcuno risponderà no, liberamente no. E io devo amarlo ugualmente rispettarlo. Accadrà! Nel tempo e nel momento dell’ascolto – aggiunge – dobbiamo trovare la strada per ascoltare tutti. Il Sinodo non è una crociata, non vuole riportare i giovani in Chiesa, ma vuole porre una questione. Ci apre il cuore sapere che tutti i vescovi del mondo e il Papà si fermeranno a riflettere. E non possiamo pensare che si tratti solo di giovani. Parlare di questione giovanile non vuol dire che loro sono un problema. Loro sono una risorsa! La difficoltà riguarda, probabilmente, più gli adulti, la loro capacità di rendere la fede qualcosa di visibile, tangibile, per la quale vale la pena. Dobbiamo chiederci chi siamo, cosa stiamo facendo e trovare le risposte con serenità”.[01]
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