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“CENTRO MADRE DEL BUON PASTORE”. XIV FESTA REGIONALE DEI DIACONI INSIEME ALLE FAMIGLIE

Si svolge domenica 21 giugno 2015, a Noto, la quattordicesima edizione della Festa regionale dei Diaconi insieme alle Famiglie. Sarà il Seminario vescovile ad ospitare i diaconi già a partire dalle ore 9. Nel corso della Giornata sono previste due relazioni: di don Luigi Vizzini, vicario episcopale per il Clero e delegato per i Diaconi permanenti per la diocesi di Noto, il quale interverrà sul tema “In Cristo il volto dell’amore che sa perdersi nella ‘periferia’ dell’altro”, e di Maurilio Assenza, direttore della Caritas diocesana netina, sul tema “Nella compagnia degli uomini con la ‘misura alta’ del Vangelo”.
Nel pomeriggio la visita alla Città e, a concludere l’appuntamento, la celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta da mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto.
“Voi ricordate a tutti i battezzati il dinamismo missionario, costitutivo della Chiesa, che deve caratterizzare la vita di chi risponde liberamen­te alla chiamata del Signore. Voi manifestate la via della Chiesa che è il servizio – scrive il presule invitato i diaconi e le loro famiglie a partecipare numerosi al FIR -, non solo vivendo ed operando “dentro le mura” della Chiesa, ma soprattutto dentro tutte le pieghe della società, là dove gli uomi­ni vivono, lavorano, soffrono, studiano; voi, ca­rissimi diaconi, siete segno e strumento di una Chiesa che non si limita ad attendere i fedeli alla soglia d’ingresso, ma si porta essa stessa nel cuore del mondo: nelle case, nella scuola, nella famiglia, nell’ufficio, nel quartiere, negli ospe­dali. Non accontentatevi, pertanto, di essere sentinelle, siate esploratori della carità. Già ce lo ricordavano i Vescovi italiani negli Orien­tamenti del decennio scorso: “Una pastorale tesa unicamente alla conservazione della fede e alla cura della Comunità cristiana non basta più. È necessaria una pastorale missionaria, che annunci nuovamente il Vangelo, vada incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo te­stimoniando che anche oggi è possibile, bello, buono e giusto vivere l’esistenza umana confor­memente al Vangelo e, nel nome del Vangelo, contribuire a rendere nuova l’intera società” (1).
In una cultura come la nostra – aggiunge mons. Staglianò -, in cui pre­valgono sensazioni, emozioni e sentimenti, os­sessionata dall’apparenza e dall’eccezionale, il diacono è segno della quotidianità e dell’impor­tanza di ciò che è ordinario; in una realtà sociale che mira a costruire piedistalli per assicurare il successo e il potere, il diacono è segno di Cristo che si mette in ginocchio per lavare i piedi dei discepoli; in un clima religioso spesso tendente ad uno spiritualismo disincarnato, il diacono è segno della vera spiritualità, che passa attraverso la storia quotidiana e non la fugge.
Papa Francesco nella Esortazione apostolica Evangelii Gaudium ci esorta continuamente a riscoprire ‘la forza santificante dello Spirito che spinge ad evangelizzare’ (119) perché l’evange­lizzazione riguarda tutti i battezzati che hanno fatto esperienza dell’incontro con il Risorto”. [01]
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