7-8 novembre 2025
Ufficio regionale per le Migrazioni
LA MOBILITÀ UMANA, IMPEGNO E RESPONSABILITÀ: LA CRONACA DELLA DUE GIORNI DI LAVORO A BAGHERIA
Si è svolto venerdì 7 e sabato 8 novembre, a Bagheria, presso l’Oasi Cusmaniana delle Serve dei Poveri, l’incontro della Commissione dell’Ufficio Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana.
Due giorni di lavoro duranti i quali i direttori Migrantes delle diciotto diocesi siciliane, accompagnati dai loro collaboratori, hanno discusso di mobilità umana, guardando tanto ai migranti in arrivo quanto a chi ha lasciato la terra di Sicilia.
La cronaca delle due giornate
di Elena De Pasquale
Si è tenuta, nel caratteristico scenario dell’ “Oasi Cusmaniana” di Bagheria, la prima delle due giornate del terzo ed ultimo incontro (per il 2025) della Commissione Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana, alla presenza dell’Arcivescovo Corrado Lorefice. Un pomeriggio di confronto e riflessione fra i rappresentanti delle 18 diocesi di Sicilia, che, come evidenziato dal Direttore Regionale della Migrantes, il diacono Santino Tornesi, «hanno la responsabilità di farsi carico e di cogliere le istanze che provengono da quei fratelli e quelle sorelle venuti da altri continenti, che non devono essere considerarti solo come “forza lavoro”, ma che sono portatori di fede e spiritualità».
I lavori hanno preso il via con la proiezione del video messaggio che Papa Leone ha inviato lo scorso 29 settembre alla comunità lampedusana, per la proposta di candidatura dell’arcipelago delle Pelagie a Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Parole, quelle pronunciate dal Pontefice, su cui si è poi concentrata la riflessione teologica di Don Vito Impellizzeri, preside della Facoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangesista”, che ha innazitutto evidenziato come «non possiamo leggere il Mediterraneo senza l’inedito del risorto. I migranti sono il giudizio di Dio sulla storia e Papa Leone legge le migrazioni nel rapporto con gli eventi storici. Francesco parlò di globalizzazione dell’indifferenza, mentre Papa Prevost parla della globalizzazione dell’impotenza, una sensazione nuova che vuole descrivere l’impossibilità di prendere parte alle scelte che vengono adottate da chi decide sul destino dei popoli. E tutto questo perché siamo di fronte ad un’evidente crisi della partecipazione alla vita democratica nel mondo occidentale e la rappresentazione plastica di questo è raccontata dalle piazze che si sono mobilitate per la Flottilla».
Da Lampedusa cuore del Mediterraneo, raccontata dalla testimonianze di chi abita sull’isola e incrocia i destini di tanti migranti che, vivi o morti, giungono su quel fazzoletto di terra, la riflessione si è poi concentrata sulla situazione vissuta nella martoriata Striscia di Gaza e sul grande “esperimento” umanitario e di solidarietà rappresentato dalla missione della Global Sumud Flottilla, grazie al racconto di un infermiere che, per conto di un’organizzazione internazionale, ha lavorato in un ospedale da campo a sud della Striscia, e dell’attivista Vito Maria Raspanti, anche lui di professione infermiere, responsabile sanitario della grande operazione umanitaria nata per portare cibo ed aiuti alla popolazione gazawa, forzando il blocco illegale che Israele continua a porre in essere di fronte le coste palestinesi.














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