02 agosto 2025
Ufficio regionale per i Giovani
IL POPOLO DEI GIOVANI DI SICILIA IN FESTA: TUTTI A ROMA PER IL GIUBILEO
È un fiume, un popolo in festa quello dei Siciliani che hanno raggiunto in questi giorni Roma per il Giubileo dei Giovani. Tutte le diocesi di Sicilia sono presenti, ma è difficile arrivare a numeri certi: i giovani partiti con gli Uffici di Pastorale giovanile sono circa duemila, ma tanti sono giunti nella Capitale in modo “autonomo”, attraverso movimenti, gruppi, associazioni.
Il cuore dell’evento è certamente l’icnp
In attesa del prezioso incontro, ciascun gruppo partecipa ad attività solidali o di servizio, pratica i sacramenti e attraversa una delle Porte Sante. Ma c’è stato anche già anche un momento speciale pensato proprio per chi arriva dalla Sicilia perché “ogni passo di questo cammino possa essere autentica occasione di incontro con il Signore, di fraternità e di slancio missionario… e di incontro“.
Le Chiese di Sicilia, infatti, si sono ritrovate insieme per vivere un momento di comunione e preghiera nella splendida cornice della Basilica San Giovanni Bosco, in via dei Salesiani. Cuore di tutto l’incontro con Cristo nella messa, presieduta da mons. Antonino Raspanti, Presidente della Conferenza episcopale siciliana, concelebrata dai vescovi siciliani e animata dal coro del Movimento giovanile salesiano.
All’arrivo dei gruppi, nello spazio antistante la basilica, è stato predisposto uno striscione su cui ogni pellegrino ha apposto la propria firma, segno tangibile di una presenza prima personale e poi comunitaria a questo evento così significativo.
Lo striscione, una volta rientrati in Sicilia, verrà collocato presso gli uffici della CESi, a memoria di questo momento condiviso.
Per mons. Raspanti, “questo Giubileo che papa Francesco ha dedicato alla speranza e che papa Leone incoraggia e nel quale va dentro con forza pone ai cattolici, quindi all’immediata prossima generazione di cattolici dalla nostra terra, della nostra Isola, una sfida più profonda di quella che abbiamo dovuto affrontare 30 o 40 anni fa noi, generazioni precedenti, chiamati a far fronte a quel tempo e a quell’epoca. Adesso ciò che culturalmente si riceve dall’opinione pubblica, dalla vita sociale, dalla vita pubblica è sempre più distante dai parametri, dagli schemi, dai simboli e dall’orizzonte culturale cattolico. Pertanto – aggiunge il presule – la domanda della fede, credere cioè non solo in Dio, ma credere che quell’uomo, Gesù, è il figlio di Dio ed è il Salvatore del mondo, l’unico Salvatore del mondo, si fa sempre più cruciale e radicale, lancia una scommessa, interpella profondamente le giovani generazioni: chi ha ricevuto la fede deve avere il coraggio di andare ad incontrare personalmente e profondamente Gesù e la sua Parola, nella Chiesa, per potere riuscire a vivere in un clima culturale cambiato, che abbiamo detto essere spesso lontano dal pensiero del mondo, dall’orizzonte, dalla visione dell’uomo e della società cattolica“.
Come possono i nostri giovani affrontare questo tempo? “Con inventiva – dice mons. Raspanti -, con innovazione, cercando di ritradurre con linguaggio moderno la fede di sempre, il credo in Gesù, in questo Gesù unico Salvatore“. Il punto di partenza è sempre uguale: “avere con lui un dialogo personale, profondo, quotidiano, in rapporto con la sua Parola e i sacramenti: eucaristia e confessione; e soprattutto avere un dialogo e un rapporto pieni e non per interposta persona, non per tradizione culturale, non per sentito dire, non per dichiarazioni e prese di posizioni soltanto pubbliche e formali, ma vive e profonde nel cuore di ogni giovane”.
Condividi