05 marzo 2022
Ufficio regionale per i Problemi sociali e il Lavoro
“AMBIENTE, LAVORO, FUTURO… TUTTO È CONNESSO”: INCONTRO CON IL GOVERNO REGIONALE
Incontrare, ascoltare, dialogare, connettere: sono stati questi i verbi che hanno guidato l’incontro tra l’Ufficio per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato della CESi e il Governo della Regione Sicilia. All’ombra del Duomo di Cefalù, si è svolta sabato la terza fase di un percorso iniziato con l’attenta e precisa preparazione al Convegno di Taranto e del quale proprio la 49esima Settimana sociale ha costituito tappa importante. Al ritorno dalla Puglia – rimanendo ancora sul sentiero di “Ambiente, lavoro, futuro” e dell’essere “Tutto connesso” – l’incontro con le istituzioni politiche regionali. A chiarire lo scopo del ritrovarsi è l’equipe dell’Ufficio regionale di Pastorale sociale, formata dal direttore don Sergio Siracusano, da don Tino Zappulla e da Salvo Pennisi: “Non siamo qui per raccogliere informazioni o elenchi di cose fatte o da fare in Sicilia, ma per prendere coscienza della realtà e, soprattutto, della visione di futuro della politica locale, e per comprendere quale contributo ciascuno di noi può portare“.
Attorno al tavolo si sono ritrovati il vescovo di Cefalù e delegato CESi per il settore, mons. Giuseppe Marciante, il presidente della Regione, on. Nello Musumeci, l’assessore regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, on. Antonio Scavone, e l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, on. Toto Cordaro. A dialogare con loro i direttori di Pastorale sociale delle diciotto diocesi dell’Isola e gli animatori di comunità del Progetto Policoro. A Chiara Ippolito, giornalista e addetto stampa della Conferenza episcopale siciliana, il compito di moderare l’incontro e di aiutare le parti a condividere con schiettezza la propria posizione di partenza rispetto alla comune destinazione del Bene comune e la strada che si intende fare per raggiungerlo.
Nel solco di una direttrice sintetizzabile nel concetto di “visione di futuro” sono stati trattati i temi: della viabilità, dei trasporti e delle reti sanitarie delle aree interne, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e della autonomia energetica dell’isola; del turismo e della necessaria collaborazione con gli uffici regionali di riferimento che – hanno chiesto con determinazione gli animatori di comunità – devono diventare più snelli e immediati; del lavoro, del fatto che manchi, che non sia abbastanza tutelato, che non dia prospettive di futuro certo, ma anche della necessaria formazione professionale e del bisogno di coniugare sviluppo e occupazione promuovendo le star up; di territorio, ambiente e prevenzione.
I direttori hanno chiesto al presidente della Regione e agli assessori quali strategie si intendono mettere in atto per evitare infiltrazioni e speculazioni e perché la mafia non si inserisca nel processo di sviluppo dell’isola. Negli interventi anche il riferimento alla lettera “Convertitevi!” dei vescovi di Sicilia a 25 anni dall’appello contro la mafia di Giovanni Paolo II alla Valle dei Templi di Agrigento.
La frase simbolo e sintesi degli interventi anche degli assessori Scavone e Cordaro è stata del presidente Nello Musumeci: “La Sicilia – ha detto – ha bisogno di credere in se stessa“.
Alla fine dell’incontro, in pieno spirito di reciprocità, sono stati i politici a tenere le fila del dialogo e a rivolgersi ai rappresentanti delle diocesi. In questo contesto, il presidente Musumeci ha rivolto un appello ai giovani, rivolgendo in particolare ai tanti del Progetto Policoro presenti e partecipi durante l’incontro e protagonisti di diversi momenti di riflessione. Ha chiesto di essere “capaci di aggregarsi“, di “proporre“: “Mettetevi insieme – ha detto –, studiate e preparatevi e fatevi avanti, perché cose da fare e posti da occupare ce ne sono, ma dovete osare, dovete volerlo“.
Sul tavolo della concertazione, Vangelo ed encicliche del Papa da un lato, programmazione politica e progettualità dall’altro; Settimana sociale da questa parte e PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza – dall’ altra.
La tappa cefaludese non si è svolta con la pretesa di compiutezza e neanche l’idea di essere conclusiva: “Pensiamo ad un convegno regionale che ci faccia incontrare e ripartire“, ha detto infatti mons. Marciante. Il presule ha fatto richiamo ai segnali stradali proposti dal Papa lungo il percorso della Settimana sociale di Taranto e ha ribadito “la necessità di indicare alla società, alla comunità e alla politica il divieto di sosta“. Di contro, ha invocato “l’obbligo di svolta, che – ha detto – è urgente e, per la Sicilia, imprescindibile da ogni idea di speranza e di futuro“. Per il vescovo di Cefalù “occorre che torni l’ardore, la forza e la grazia del protagonismo nella vita della chiesa e della comunità e occorre riaccendere una passione politica che appare in questo momento assopita“.
Durante l’incontro il vescovo di Cefalù ha voluto anche soffermarsi su alcune delicate questioni legate ad alcune emergenze in Sicilia: la vicenda della Pfizer di Catania e quella relativa al futuro lavorativo di 30 minatori dell’Italkali a Petralia Soprana. La richiesta presentata al Governo regionale siciliano è stata di “attenzione, presenza e intervento“, nell’ottica della salvaguardia del diritto al lavoro.
A quanti hanno preso parte all’incontro è stato proposto, nel pomeriggio, l’Itinerarium Pulchritudinis: la visita al Duomo, alle sue Torri e agli spazi connessi, gestito dalla cooperativa sociale “Il Segno“, una di quelle nate in Sicilia con l’aiuto della Chiesa locale in quel modo proposto dal presidente della Regione e che già in diverse diocesi è battuto e porta frutto, sia in termini di speranza che di lavoro.
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