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PALERMO. “CARI GIOVANI CRITICATE NOI ADULTI PER COSTRUIRE UNA CITTA’ CHE PERMETTA INCONTRI DI BENE E LA FELICITA’”

Oltre 3.000 studenti, sotto la pioggia, hanno partecipato alla marcia contro la mafia che si è snodata attraverso i valloni, sulla strada provinciale, denominata “Marcia antimafia 26/2/1983”. Presenti i ragazzini della scuola dell’infanzia, delle medie e delle superiori che hanno esposto i loro striscioni e cartelli contro la mafia, tra questi alcuni realizzati dai giovani del liceo artistico “Renato Guttuso” raffiguranti gli uomini che hanno combattuto contro la criminalità organizzata. Sotto ogni ritratton la scritta “E’ vivo”. Presenti, oltre ai ragazzi di Bagheria, anche quelli di Baucina, Ficarazzi, Altavilla Milicia e Casteldaccia dove si è conclusa la manifestazione, organizzata dal Centro studi iniziative culturali “Pio La Torre” con l’adesione della Rete delle scuole “Bab El Gherib”, l’Anci Sicilia, i comuni dell’hinterland rappresentati dai rispettivi amministratori, l’Arcidiocesi di Palermo, la Casa dei giovani, la Caritas di Bagheria.
La manifestazione giunta alla 35a edizione è stata la rievocazione di quella che si svolse il 26 febbraio 1983, alla quale parteciparono migliaia di cittadini per dire “no” alla mafia che in quel periodo eliminava decine di persone nel territorio reso famoso come “Triangolo della morte” ricadente nei comuni di Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia.
Lo storico don Francesco Stabile era presente alla prima marcia del 1983. “Il nostro scopo è di trasferire ai ragazzi una memoria attiva perché anche oggi la mafia e ogni forma di violenza che vuole imporre un dominio sul piano ideologico e fisico dell’asservimento agli altri è presente. Noi siamo per una cultura del rispetto della persona umana”. A piazza Madrice a Casteldaccia hanno preso la parola tra gli altri il sindaco Fabio Spatafora, la coordinatrice della rete delle scuole “Bab el gherib” Angela Troia, Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre e l’arcivescovo di Palermo mons. Corrado Lorefice. “A voi giovani – ha detto l’arcivescovo – chiedo di continuate a criticare la nostra vita di adulti. Diteci quello che pensate e ricordate che il mondo va visto con i vostri occhi. E’ possibile costruire la città degli uomini. Quest’anno ricorre anche il 25º del grido del papa Giovanni Paolo II rivolto ai mafiosi dalla Valle dei templi: ‘Convertitevi perché anche per voi viene il giudizio di Dio ed era una parola di condanna esatta’. A voi chiedo di criticare noi adulti ed anche la Chiesa per costruire una città che permetta incontri di bene e la felicità”. [01]

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