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PALERMO. ATTO VANDALICO AL BUSTO DI FALCONE: “FERITI, MA NON PRIVATI DELLA SPERANZA”

“Una profanazione della coscienza civile della nostra città e dei suoi testimoni più limpidi e autentici”. Così Giuseppe Notarstefano, direttore dell’Ufficio per i Problemi sociali e il Lavoro dell’arcidiocesi di Palermo, commenta
il danneggiamento del monumento dedicato a Giovanni Falcone che si trova davanti alla scuola intitolata alla sua memoria, a Palermo. La testa è stata staccata e usata come ariete per sfondare una vetrata di ingresso della scuola.
Se di certo si è trattato di “un atto vandalico esecrabile ed ignobile”, ma anche e ancora “in ultima analisi, forse di un gesto di stupida vacuità e di tragica ignoranza”, per Notarstefano “ciò che, dopo un lungo periodo di quiete, è successo allo Zen non è certamente dovuto ad ‘opera di ignoti vandali’, ma ha un volto: è il volto di tanti ragazzi e ragazze che si alimentano quotidianamente del brodo velenoso della cultura mafiosa – dice -, che disprezza la giustizia e il rispetto delle regole, e diffonde comportamento orientati alla sfida continua delle istituzioni e del Bene comune, e in ultima analisi dei più deboli, ossia di se stessi. La forza della criminalità mafiosa – aggiunge il docente palermitano – è anche corroborata dalla diffusa cultura del successo facile, dell’arricchimento ad ogni costo e dello sfruttamento di rendite di posizione. In tale cultura non c’è spazio per la fatica quotidiana dello studio e del lavoro, per la cura della fragilità e delle relazioni interpersonali e per lo spirito comunitario del vivere insieme rispettando ciascuno”.
Non è la prima volta che la statua, che raffigura il magistrato ucciso nella strage di Capaci assieme alla moglie e agli agenti della scorta nel 1992, viene danneggiata. E, accanto, a quanto avvenuto, a Palermo anche un altro simile episodio di vandalismo: è stato dato fuoco a un cartellone con una immagine di Giovanni Falcone che era affisso davanti i cancelli della scuola Alcide De Gasperi. Era stato realizzato, insieme con altri cartelloni, nei giorni scorsi dagli studenti. Episodi che ferisco, offendono, preoccupano, eppure non tolgono fiducia e speranza. “Vedo l’impegno vero e concreto di tanti insegnanti, educatori, assistenti sociali, religiose, sacerdoti, cooperatori ed imprenditori sociali – dice il direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e il Lavoro -, che ogni giorno accolgono la sfida di una città migliore, diversa, per tutti. Loro stanno avviando processi – aggiunge Giuseppe Notarstefano -, mentre la mafia occuperà spazi. Ma non ce la farà ad occupare quelli della nostra Speranza e del nostro amore verso tutti i palermitani, anche verso coloro che stanno dalla parte del violento, dello sfruttatore, del prevaricatore. Non vinceranno – conclude -, non vinceranno mai”. [01]
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