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AGRIGENTO. CARD. BASSETTI: “LAMPEDUSA SCUOLA DI ACCOGLIENZA E CARITA'”

Al rientro dal suo viaggio a Lampedusa che si è svolto lunedì 21 e martedì 22 settembre 2015, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Ceu. mons. Gualtiero Bassetti, ha ripercorso le due intense giornate alla “Porta d’Europa” come è definita quest’isola, più vicina al continente africano che a quello europeo, soffermandosi sugli incontri e le visite che l’hanno particolarmente commosso. Il viaggio a Lampedusa era nella sua agenda da tempo, da quando aveva ricevuto l’invito del parroco, don Mimmo Zambito, a presiedere le celebrazioni per la festa della Madonna del Santuario di Porto Salvo, una ricorrenza molto sentita dagli abitanti dell’isola.
Per il presule umbro è stata soprattutto l’occasione per conoscere quel fazzoletto di terra bagnato dal Mediterraneo, che per migliaia di profughi-migranti rappresenta la salvezza e la speranza di un futuro migliore, i cui abitanti fanno “scuola” di accoglienza e carità. E’ stato lo stesso cardinale a evidenziarlo alla conclusione dell’omelia durante la celebrazione eucaristica in onore della Madonna di Porto Salvo.
Il cardinale Bassetti ha espresso “grande ammirazione per i cristiani di Lampedusaۘ” che offrono “all’Italia e all’Europa intera l’esempio di un popolo attento, accogliente, che si fa partecipe delle sofferenze altrui”, e ha ricordato i racconti del cardinale arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, sulla solidarietà dei lampedusani verso i migranti. “Voi – ha detto Bassetti – rappresentate l’avamposto dell’Italia e, direi, dell’Europa, civile e solidale. Avete raccolto dal mare i naufraghi, soccorso i disperati, preso in casa i profughi, sepolto i morti. A nome dei fedeli della mia Chiesa di Perugia e delle diocesi dell’Umbria esprimo riconoscenza e vicinanza per quanto avete fatto e ancora andate facendo in aiuto a tanti fratelli”. Due visite-incontro hanno particolarmente commosso il cardinale Bassetti, al Centro di accoglienza e al cimitero di Lampedusa. Mentre era al Centro di accoglienza, 150 profughi del Benin, Eritrea, Ghana e Nigeria venivano chiamati per prepararsi per l’imbarco per la Sicilia, per poi proseguire per altre regioni di destinazione, da non escludere anche l’Umbria. Per tutti loro il presule perugino ha avuto parole di conforto e speranza. [01]
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