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PALERMO. “HOUSING FIRST”: ACCOGLIENZA DEI PADRI SEPARATI

É arrivato a sei il numero dei padri separati accolti nell’appartamento condiviso realizzato dalla Caritas di Palermo. La “Casa dei papà”, che si trova all’interno dei locali del Centro Agàpe, a piazza Santa Chiara e che può ospitare fino a 10 posti, è stata realizzata per offrire una risposta diversa al problema abitativo, andando oltre i sistemi di accoglienza tradizionali basati su forme di sostegno e alloggio temporaneo.  L’iniziativa , la cui prima annualità si concluderà a ottobre, rientra nell’ambito del progetto “Housing first” che coinvolge 15 Caritas siciliane e si avvale dei fondi dell’8 per mille.
Sono quindi aumentati, i separati, tutti palermitani, che hanno chiesto aiuto alla Caritas diocesana per avere un tetto sotto il quale ripararsi. La maggior parte delle volte, quando l’abitazione c’è, questa è abitata dall’ex coniuge e dai figli che hanno diritto al mantenimento stabilito dal giudice.
La “Casa dei papà” è un appartamento con stanze singole, munite di qualche lettino dove potere accogliere periodicamente anche i figli. Accanto alle stanze, sono previsti anche alcuni spazi comuni e una cucina da condividere. A seguire in Caritas i padri separati c’è un gruppo di operatori esperti: la psicologa, l’assistente sociale, l’educatore e anche l’avvocato.
“Si tratta, senz’altro, di un’opportunità che stiamo offrendo per ridare dignità,  alla loro vita – dice il direttore della Caritas palermitana, don Sergio Mattaliano – una piccola boccata di ossigeno per accompagnarli nel loro percorso di autonomia e cerca in qualche misura di dare quel poco di serenità,  indispensabile per andare avanti. Queste persone non solo hanno vissuto una separazione dalla famiglia con tutta la sofferenza del caso ma spesso devono affrontare  anche situazioni sgradevoli, conflitti e interessi che appesantiscono ancora di più la situazione”.
“In questi mesi abbiamo conosciuto tantissimi papà –  racconta Claudia Casella, assistente sociale della Caritas -. Si tratta, nella gran parte di casi, di persone molto sole e per loro sapere che c’è un punto di riferimento forte, che non è soltanto determinato dalla sede, ma da persone pronte ad aiutarle è molto importante perché, a poco a poco, dà loro maggiore sicurezza, spingendoli ad andare avanti nonostante tutto. La finalità del progetto è quella che possano raggiungere un equilibrio personale e un’autonomia organizzativa e lavorativa tale che gli consentano di proseguire il loro percorso di vita”. [01]

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