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PALERMO. CORPUS DOMINI: ” IMPEGNARSI SU LOGICHE DI VERO INTERESSE PER L’ALTRO”

“Abbiamo seguito il Signore in modo evidente, in processione, fermando – si può dire – la città stessa di Palermo. Il Signore ci chiede di seguirlo tutti i giorni, qualunque sia il tratto di strada che ci troviamo a percorrere, perché solo seguendo lui troviamo la strada vera, quella che porta alla felicità, alla gioia, all’amore, alla giustizia, cioè a tutto ciò a cui il nostro cuore per natura aspira”.
Lo ha detto in occasione della processione cittadina del “Corpus Domini”, il card. Paolo Romeo, il quale poi ha aggiunto: “Troppo spesso, però, ci accontentiamo di un gesto come quello di questa sera, ma poi, in realtà, questo non influisce nella nostra vita, nelle nostre scelte quotidiane, nelle circostanze di tutti i giorni. Il nostro quotidiano, infatti, ha bisogno di conversione. E dall’Eucaristia riceviamo questa forza. Solo la carne del Figlio di Dio può trasformare i cuori di pietra in cuori di carne. Chi vive l’Eucaristia come rito che si compie nella vita viene trasformato lentamente, viene rinnovato nell’intimo, viene lanciato verso gli orizzonti sconfinati della testimonianza. E diventa segno eucaristico per i fratelli, che sono invitati a rendere grazie a Dio”.
Quindi ha rivolto un invito “agli amministratori e ai cittadini onesti e volenterosi” ad impegnarsi su logiche di vero interesse per l’altro, di stare lontani dall’indifferenza e dal personale tornaconto, di mettere a disposizione doni e capacità per un autentica rinascita. Ha anche ricordato l’accoglienza “appassionata” di tanti immigrati sbarcati sulle nostre coste: “Una vera e propria gara di solidarietà, una staffetta di carità che ha visto aprirsi a questi fratelli non soltanto spazi per ospitarli, ma soprattutto mani e cuori per abbracciarne il dolore e servire le necessità”.
Ed infine la richiesta, in una logica di dedizione per “ascoltare il grido dei tanti disoccupati, di tante famiglie che si ritrovano, anche avanti con l’età, a vivere di lavori precari o a sopravvivere attraverso ammortizzatori sociali che tamponano situazioni senza risolverle”. [01]

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