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SIRACUSA. I “DONI DELLA TERRA” ALLE FAMIOGLIE INDIGENTI

Benedizione dei “doni della terra” per essere poi distribuiti agli indigenti della città. L’iniziativa solidale si svolge domenica 24 novembre a Siracusa in occasione della Giornata nazionale del ringraziamento. La diocesi di Siracusa celebrerà l’iniziativa, promossa dalla Coldiretti, a Palazzolo Acreide, nella parrocchia di San Sebastiano. In mattinata la messa sarà presieduta dall’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, alla presenza delle rappresentanze dei coltivatori diretti e del mondo rurale. Seguirà la tradizionale benedizione dei mezzi agricoli in piazza, quindi quella dei prodotti agricoli e l’offerta alle famiglie bisognose. Nel messaggio inviato per la 63ma Giornata nazionale del ringraziamento – segnala la curia siracusana -, la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, si era rivolta ai giovani che hanno “scelto di restare nella vostra terra per lavorare i campi, con dignità e qualità, per fare della vostra campagna un vero giardino. Vi siamo grati e sentiamo che questa vostra vocazione rinnova l’intera società, perché il ritorno alla terra cambia radicalmente un Paese e produce benessere per tutti”.

“Certo – si legge nel messaggio dei vescovi – tra voi c’è anche chi lavora in campagna rassegnato, perché non ha trovato altro e forse vorrebbe una realtà di lavoro diversa, magari più gratificante. Ci permettiamo di esortarvi: non rassegnatevi, ma siate protagonisti, trasformando la necessità in scelta, immettendo in essa una crescente motivazione che si farà qualità di vita per voi, per le vostre famiglie, per i vostri paesi”. “Pensiamo anche – si legge ancora nel testo della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro – ai giovani immigrati, che lavorano nei campi, negli allevamenti, nella raccolta della frutta. Anche a voi suggeriamo di fare di tutto per esprimere una qualità e una professionalità crescenti, in particolare attraverso lo studio e la conoscenza delle lingue, per farvi apprezzare ed entrare così a fronte alta nel mercato del lavoro rurale, che vi riconosce ormai indispensabili”. Inoltre, “agli imprenditori agricoli italiani chiediamo di valorizzare la passione lavorativa di chi arriva nelle nostre terre, creando le condizioni per un’inclusione e un’integrazione graduale, consapevoli che solo così tutti ne avranno vantaggio. Non ci sia sfruttamento, ma rispetto, valorizzazione e dignità”.  [01]

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