Pubblicato il

MESSINA. “LA MANCANZA DI LAVORO E’ LEGATA AD UN’ECONOMIA NON CIVILE”

Con l’intervento dell’economista Vera Zamagni si è conclusa l’edizione 2013 della Settimana teologica che quest’anno ha avuto per tema “Famiglia e lavoro: un’unica emergenza”. A introdurre la relatrice, è stato Dino Calderone, componente della commissione organizzatrice e segretario della Consulta delle Aggregazioni Laicali, che ha tracciato un breve profilo professionale della prof.ssa Zamagni, soffermandosi soprattutto sull’ultimo libro, “Lavoro e Famiglia”, del quale è coautrice con il marito. Il testo, dal quale ha tratto spunto per l’intervento della serata, approfondisce il tema dell’economia civile di mercato e, più in particolare, cerca di sfatare l’idea di un contrasto di fondo nel binomio lavoro/famiglia.

La Zamagni, ha aperto il suo intervento con la spiegazione etimologica del termine “economia”, che in greco vuol dire “governo della casa”. “Il lavoro è sempre stato a dimensione domestica; lo iato si è avuto con la Rivoluzione Industriale quando si è iniziato a svolgere il lavoro fuori dalle mura domestiche. A seguito della specializzazione dei membri della famiglia, ci furono le prime implicazioni negative, poiché la donna cominciò a subire la routine quotidiana del lavorare in casa; il suo ingresso nel mondo del lavoro, poi, ha reso la situazione familiare insostenibile”.

Lavoro e famiglia sono aspetti costitutivi dell’uomo e non è giusto esigere il sacrificio di uno a discapito dell’altro. Entrambe, però, presentano delle difficoltà: “La mancanza di lavoro – ha detto la Zamagni – è legata ad un’economia non civile e alle grandi disuguaglianze. Non è possibile accettare che alcuni lavorino tantissimo senza remunerazione e altri, a causa di un’errata organizzazione sociale, guadagnino ingenti quantità di denaro senza contribuire alla produttività; i due settori sociali in cui questo avviene sono soprattutto la finanza speculativa e le attività criminali”.

L’economista ha messo in evidenza, inoltre, una valenza cristiana del lavoro, inteso come partecipazione all’opera creativa di Dio.

Anche la famiglia presenta molteplici difficoltà: la perdita di significato, soprattutto nell’ottica di una continuazione dell’umanità: “Tutto dovrebbe passare attraverso la famiglia mentre oggi, purtroppo, si valorizza solo ciò che viene favorito dal mercato”. Altri due grossi problemi sono l’illusione dell’individualismo e un materialismo imperante, che porta a negativizzare il nucleo familiare trattandolo come bene di consumo.

Il nodo centrale, dunque, sembra essere il superamento di un vecchio modello familiare, che non si riesce a reinterpretare e quindi sembra troppo distante dalle necessità della vita corrente.

Ovviamente, ci sarebbero diverse soluzioni, anche se non sempre d’immediato riscontro: “Per il lavoro servirebbe un’economia meno capitalistica di quanto non lo sia stata fino ad ora. L’economia civile, ad esempio, va oltre il valore materialistico del denaro, tenendo in considerazione le esigenze dell’intera comunità. Si dovrebbero poi eliminare i condizionamenti negativi che impediscono il lavoro (una migliore organizzazione del mercato occupazionale, meno burocrazia intorno alla creazione delle imprese, eliminazione degli sprechi inutili). Anche il fisco, inoltre, dovrebbe agevolare la famiglia; in tutti i paesi in cui si verifica questo, gli indici demografici risultano più elevati. Non dovrebbe poi venir meno una responsabilizzazione dei figli nell’ottica di una redistribuzione degli incarichi familiari e gli enti locali, secondo un bilancio di impatto familiare, dovrebbero rivedere il loro patteggiamento nei confronti della forza lavoro”.

Subito dopo la relazione della Prof.ssa Zamagni, è seguito il dibattito tra i partecipanti.

Al termine l’arcivescovo, mons. Calogero La Piana, ha concluso i lavori esprimendo soddisfazione per questa esperienza intensa e interessante: “La Settimana Teologica ha offerto molti spunti di riflessione e numerose sollecitazioni; il tema, trattato sotto l’aspetto teologico-pastorale, pedagogico e sociologico-economico, ci ha coinvolti e interessati. Il lavoro è il fondamento su cui si basa la famiglia e la società; vita familiare e lavoro si condizionano a vicenda e, proprio per questo, non possono essere considerati come entità isolate”.

Nell’esprimere riconoscenza e gratitudine ai relatori, ai moderatori, alla commissione coordinata dal Vicario Generale, mons. Carmelo Lupò, allo staff tecnico dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, al parroco della Cattedrale, mons. Letterio Gulletta e a tutti i convenuti, il presule ha detto che “l’espressione della partecipazione è stata indice del gradimento e conferma di aver offerto alla Città e alla Chiesa qualcosa di desiderato”. [01]

ULTIME NEWS