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CON L’UNZIONE DI CRISTO NELLA POLIS E NELLE PERIFERIE

Non siamo noi il punto di partenza ma il Signore che ci visita: nei poveri del mondo che ci raggiungono con i loro drammi e i loro sogni, nei piccoli del Vangelo che li accolgono, come la gente di Lampedusa e i loro thermos con qualcosa di caldo che attualizzano le lucerne piene di olio con cui le vergine sagge accolgono lo Sposo

Non siamo noi il punto di partenza ma il Signore che ci visita: nei poveri del mondo che ci raggiungono con i loro drammi e i loro sogni, nei piccoli del Vangelo che li accolgono, come la gente di Lampedusa e i loro thermos con qualcosa di caldo che attualizzano le lucerne piene di olio con cui le vergine sagge accolgono lo Sposo. La Chiesa allora diventa profetica che si lascia interpellare dalla visita di Dio e rinnova la sua pastorale perché sia trasparenza dello stile di Dio. Papa Francesco parla spesso dell’unzione di Cristo, ovvero di cristiani e di comunità impregnate dallo stile di amicizia con l’umanità di Gesù, con quell’affetto che nella famiglia di Dio non può non partire dai più deboli. Unzione di Cristo che impegna ad avere tempo per ognuno, ad andare fino in fondo nell’amore come impariamo dalla vita e dal martirio di don Puglisi. Ecco allora che i cristiani entriamo  nella polis con lo sguardo e l’occhio di Dio. Scorgendo le domande si senso dei giovani  che, “come il trapezista se non incontra il triangolo, rischiano di schiantarsi se non incontrano mani che abbracciano”. Sedendo a mensa con le famiglie in crisi: ovvero offrendo servizi e aiuti ma sempre anche una relazione, una forma di vicinanza. Certo, non dimenticando anche la giustizia e quindi la politica. Che, in tempo di grave crisi, chiede alla Chiesa di essere testimone esemplare e lievito di cittadinanza. Recuperando il senso che alla politica davano i ragazzi della scuola di Barbiana: “uscire da soli da  un problema è egoismo, uscirne insieme è politica”. Coltivando un rapporto con il mondo che assomigli al canto del Magnificat: leggendo ciò che il Signore opera con i poveri della terra e riconsegnando al nostro Paese il calore e la capacità di dialogo di un umanesimo mediterraneo. ” Con l’unzione di Cristo nella polis e nelle periferie” diventa allora possibilità, sfida, coraggio, capacità di dare insieme – tutti convergendo nell’unità del fine – il volto di Cristo alla Sicilia con la bellezza dei mosaici di Cefalù e Monreale.

In allegato il testo completo della relazione

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