7 - 9 febbraio 2020
Convegno catechistico regionale
“LA CATECHESI HA BISOGNO DEL VOSTRO GRANELLO DI SALE E DELLA VOSTRA FIAMMELLA DI LUCE”
“Questa storia ha bisogno di noi, ne ha bisogno questo mondo. Ha bisogno del nostro essere sale che si perde e luce che risplende visibile”. Sono state parole di incoraggiamento e di speranza quelle consegnate da mons. Salvatore Muratore, vescovo di Nicosia e delegato CESi per la Catechesi, durante la messa in Cattedrale che ha chiuso il Convegno catechistico regionale (Agrigento, 7 – 9 febbraio 2020) dedicato alla catechesi agli adulti.
Riprendendo il Vangelo domenicale, il vescovo, nella sua omelia, ha inviato quanti svolgono il servizio in favore dei piccoli e delle famiglie nella preparazione ai sacramenti e nella conoscenza della fede a “restare uniti a Cristo, perché ci vogliono due poli – ha detto – affinché la luce si accenda. Uno di questo è Dio che ci riempie di vita, di luce e di pienezza. Lui che gioisce nell’amarti, nello starti vicino. L’altro è ciascuno di noi e la comunità tutta, che accanto al suo Signore, con Lui nel cuore ci rende splendenti di Lui”. Mons. Muratore ha, poi, detto del “tanto bene che sostiene il mondo. È il bene che ci custodisce la via, di chi la ama. Quello che dei genitori coraggiosi e generosi, ma anche quello dei giovani che non si lasciano afferrare dalle grinfie del ‘niente ci fa’. Il bene dei catechisti – ha detto il vescovo – che, con competenza, si mettono al servizio degli altri”. L’invito, infine, a “dare ad ogni cosa il sapore nuovo dell’amore, della gentilezza, del servizio, di una carezza. Perché forti del nostro essere granello di sale, la nostra fiammella di luce faccia risplendere opere buone, che brillino di unità e comunione, di disponibilità e di dedizione”.
“Raccontiamo il Vangelo come a bambini per farli stare buoni, invece la parola del Signore deve farci stare svegli, vigili, deve scuoterci e renderci inquieti”. Così il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ai direttori e alle equipe degli Uffici catechistici delle diciotto diocesi di Sicilia, riuniti nella città dei Templi per celebrare il Convegno catechistico regionale. “La nostra fede – ha detto il presule nel suo intervento – è troppo spesso triste: parliamo del Risorto, ma viviamo come se fosse rimasto in Croce. Come faremo allora ad annunciarlo e ad essere credibili? Certo, è meglio sbagliare per avere fatto che per non aver fatto. L’evangelizzazione – ha detto il card. Montenegro – ci mette in gioco tutti: non si può solo annunciare solo con la parola, ma occorre la vita, quella fuori dalla Chiesa, nella quotidianità, perché è lì che incontriamo gli altri. E quando ci vedono, gli altri vedono anche Lui? E noi, siamo capaci di vedere la presenza di Cristo in loro? Perché ricordiamoci che Lui arriva sempre prima di noi”.
Il convegno è stato introdotto da mons. Salvatore Muratore, vescovo di Nicosia e delegato Cesi per la Catechesi, che nel suo intervento ha legato i lavori che iniziavano al cammino fatto e alle attenzioni che erano state individuate al termine del convenire dello scorso anno dei catechisti regionali.
A guidare la tre giorni di lavori organizzata dall’Ufficio regionale per la Catechesi della Conferenza episcopale siciliana sul tema “Oggi per questa casa è venuta la salvezza” è l’icona biblica di Zaccheo. Una speciale lectio biblica su questa pagina dal Vangelo curata da don Fabio Pizzitola, dell’Ucd di Trapani, lo ha portato in carne ed ossa tra i cento partecipanti ai lavori, a raccontare del suo desiderio grande di incontrare Gesù e di come e quanto questo incontro ha cambiato la sua vita. E di come e quanto può cambiare ancora oggi la vita di ogni uomo, partire dagli adulti ai quali i lavori dell’Ucr guarda. “All’adulto guardiamo con simpatia – ha detto il direttore dell’Ufficio CESi per la Catechesi, don Carmelo Sciuto –, ricordandoci che in Cristo, nel suo amore, i cristiani possono affidarsi ad una speranza di vita autentica e conformare a questa speranza tutto il loro cammino quotidiano”.
Al centro del primo giorno del convenire di quanti si occupano di catechesi e annuncio la riflessione di Giuseppe Savagnone che, a proposito del “Cercava di vederlo”, ha approfondito “I volti dell’adulto di oggi”. “Dobbiamo innanzitutto riconoscere che occorre cambiare completamente il nostro approccio perché l’adulto di una volta non esiste più, non siamo più davanti alle stesse persone di 50 anni fa. Ci troviamo di fronte ad adulti e a giovani che si stanno accingendo a diventare adulti – ha detto Savagnone – che per certi versi sono immaturi, instabili, in perenne crisi, ma al tempo stesso, proprio per quanto abbiamo detto, sono forse anche più aperti, più pronti e capaci di alzare lo sguardo verso Gesù, a cercarlo, a cercare il suo volto, a cercare di vederlo. Il Vangelo ci dice che Zaccheo cercava di vedere Gesù: ecco – ha aggiunto – forse siamo in un tempo in cui i nostri adulti possono di nuovo chiedersi chi è Gesù, con tanta voglia di saperlo da arrampicarsi su un albero”.
La riflessione del secondo giorno di convegno, su “Alzò lo sguardo”, è stata curata da mons. Valentino Bulgarelli. Il direttore dell’Ufficio catechistico nazionale si è soffermato sulla necessità di “una Chiesa in uscita”, capace di “accorgersi di chi è rimasto al bordo della strada”, di fermarsi al suo fianco con il Vangelo nel cuore e nelle mani. Ai partecipanti all’appuntamento regionale dell’Ufficio per la Dottrina della fede e la Catechesi, ha consegnato tre parole – “Amore, gratuità e quotidiano” – attorno alle quali si deve costruire la catechesi dedicata agli adulti e ogni annuncio del Vangelo che possa credibile, vero ed efficacie.
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