Pubblicato il

12 giugno 2019

Cefalù

“Il LABORATORIO DELLA SPERANZA E’ ADESSO SEGNO CONCRETO DI UN SOGNO”

“Il LABORATORIO DELLA SPERANZA E’ ADESSO SEGNO CONCRETO DI UN SOGNO”

Alla presenza dei fedeli, soprattutto i giovani, e con l’ufficializzazione del notaio Angelo Piscitello, è nata a Cefalù la fondazione tanto voluta dal vescovo mons. Giuseppe Marciante, “per realizzare azioni volte alla creazione di prospettive di lavoro per il mondo occupazionale giovanile; per dire ai giovani che non sono soli e che le loro idee e i loro sogni possono dare una svolta al loro futuro e che, in questo, la Chiesa gli è vicina, con l’attenzione e la sollecitudine di una madre e con la condivisione piena di chi cammina accanto”.

La presentazione è avvenuta nel corso della conferenza dal titolo “Giovani e Lavoro” sui temi della disoccupazione giovanile e dello spopolamento dei territori del comprensorio madonita. Presenti anche il caporedattore della redazione romana di Avvenire, Toni Mira, e suor Alessandra Smerilli, docente di Economia pontificia presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma. A loro il compito di parlare dell’importanza della promozione e della divulgazione delle iniziative territoriali per creare opportunità di confronto, di crescita e di sviluppo e di descrivere alcune delle dinamiche legate all’aspetto economico-finanziario delle fondazioni.

L’ufficializzazione della Fondazione è un atto formale, perché intanto è già concreto all’interno dell’Itinerarium Pulchritudinis in cui nove giovani stanno vivendo una esperienza di formazione lavorativa legata all’apertura delle Torri della Basilica. Ed è solo l’inizio: il vescovo ha espresso ferma volontà di voler mettere a disposizione dei giovani altri beni in possesso della Diocesi. “Abbiamo dei beni culturali e materiali ad oggi infruttuosi, che sono nelle nostre disponibilità ma non sono utilizzati – dice mons. Marciante -, e dobbiamo chiederci come possono portare frutto ed aiutare a tamponare la fuga dei giovani dai nostri centri, soprattutto i più piccoli. E’ doveroso per noi, è segno dell’attenzione della Chiesa al mondo giovanile e al territorio tutto”. Mentre la Diocesi si attiva in tal senso, il suo pastore chiede aiuto e collaborazione. “Mi rivolgo alla politica, all’imprenditoria e all’economia: bisogna programmare in tutta la Sicilia un modello di sviluppo differente. Quelli che seguiamo, infatti – dice -, ormai non sono più di sviluppo, non portano più  da nessuna parte se non verso la distruzione della natura e uno spopolamento che, a cascata, toglie al territorio i maggiori e più fondamentali servizi, soprattutto quelli alla persona. E’ desertificazione! Occorrono idee alternative, differenti, o, come si dice oggi, sostenibili e compatibili con la nostra realtà”.