29 aprile - 2 maggio 2019
Convegno nazionale di Pastorale giovanile
“DARE CASA AL FUTURO”: LA CEI IN SICILIA CON “LE PAROLE CORAGGIOSE DEL SINODO”
“Quasi dieci ani fa, i vescovi italiani scrivevano gli orientamenti pastorali per questo decennio, dedicandolo all’educazione. Dopo dieci anni ci ritroviamo qui e ci rendiamo conto che non è semplice ripercorrere il cammino di questi anni, perché non è stato facile il percorso fatto. Non sono mancati, però, segni e tracce, e abbiamo avuto il Sinodo che ha rilanciato il lavoro fatto in una chiave nuova. Non sono mutate le istanze, ma è cambiato il quadro”. Così don Michele Falabretti, responsabile del servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana, in apertura del 16° convegno nazionale di Pastorale giovanile che si apre oggi a Terrasini (Pa) e che si chiuderà giovedì prossimo sul tema “Dare casa al futuro. Le parole coraggiose del Sinodo dei Giovani”. “Mai un convegno ha raggiunto un numero simile di partecipanti: siamo oltre 800. Un numero – ha detto don Falabretti – che è segno di un bisogno e di una volontà, quella di ritrovarsi, di dirci ciò che è bello e importante, ma anche ciò che è necessario”.
Ai partecipanti, ai quali si aggiungono i tanti che da casa stanno seguendo via streaming i lavori, il direttore ha rivolto un augurio: “Accompagnati dalla bellezza straordinaria dei posti che ci ospitano, viviamo giorni che siano di alleanza: prendiamoci per mano e andiamo insieme, condividendo la bellezza dei nostri cuori e delle nostre intenzioni, del nostro impegno con e per i giovani di oggi”.
Introducendo i lavori, don Rossano Sala, segretario speciale del Sinodo, ha aiutato i partecipanti, giunti da tutta Italia, a riflettere sulle “tre ‘A’ della Pastorale giovanile: ascolto, annuncio, accompagnamento”. Ne ha parlato come di “tre grandi doni per questi giorni di crescita spirituale e di condivisione operativa” e come “compiti, perché – ha detto – ogni dono è sempre qualcosa che ci impegna per il suo sviluppo. I doni sono sempre talenti da investire e semi da far fruttificare, mai tesori da trattenere e nascondere”.
Silvano Petrosino, filosofo e docente, ha guidato l’ouverture. Uno dei punti su cui ha aiutato l’assemblea a riflettere è stata la “capacità di ciascuno di sapere e sperimentare che “c’è dell’altro”. “Siamo qua – ha detto –, ma c’è altro e questo altro è bene. Ce lo mostra Gesù quando ci dice che Dio è padre. È impensabile che non sia giudice, ma padre. E quale può essere la volontà del padre? Volontà – ha ripetuto Petrosino – e non progetto? Il mio progetto su mio figlio potrebbe essere che faccia il notaio o il primario di medicina, ma la mia volontà è che sia felice. La volontà di Dio, che è Padre – ha detto –, è il bene! Possiamo immaginare davvero un Dio che voglia che ci facciamo preti o che sposiamo Maria piuttosto che Lucia? Lui ha un solo progetto: il bene”. Nel filo logico dell’intervento principale della giornata di apertura al convegno, l’idea che “Dio non occupa mai tutta la scena, ma lascia spazio perché attende la risposta di ogni figlio, di ogni essere umano. Lascia spazio – ha detto il docente – come alle nozze di Cana quando, dopo il miracolo, Gesù sparisce. Come fa anche ad Emmaus”.
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