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CEFALU’. “ESERCIZI DI SINODALITA'” IN PROGRAMMAZIONE DEL NUOVO ANNO PASTORALE

La diocesi di Cefalù fa esercizio di sinodalità. E’ proprio questo il metodo che il vescovo, mons. Giuseppe Marciante, ha proposto ai laici, ai presbiteri e ai religiosi della sua diocesi per avviare la programmazione per il nuovo anno pastorale. Il presule ha convocato quattro membri di ogni comunità parrocchiale. Di questi, tre rappresenteranno gli ambiti della carità, della catechesi e della liturgia, mentre un quarto sarà un giovane. Tutti insieme si ritroveranno venerdì 22 giugno 2018 a Cefalù, presso la chiesa Santo Stefano, per “ascoltare, ascoltarci, discernere e riuscire a percepire  quanto sia feconda la presenza dentro la storia del Dio di Gesù Cristo”. “Una domanda mi sta accompagnando in questo primo tempo della mia presenza da pastore: come deve essere la nostra Diocesi per rimanere fedele al Signore? Sono convinto – spiega il vescovo – che verso il Popolo di Dio, sparso nei paesi e nelle borgate madonite, noi discepoli del Signore continuiamo ad essere in debito: dobbiamo annunciare il Vangelo e dobbiamo metterci a servizio dell’edificazione della comunità. Tutti i discepoli del Signore, consacrati e laici, hanno il compito di essere pietre vive di questo edificio spirituale. Lo ripeto: tutti insieme!”. Non è la prima volta che il pastore della Chiesa cefaludese propone di vivere “questo cammino di discernimento con l’espressione ‘sinodale’, consapevoli che lo Spirito parla con la voce di tutti e che il convergere nella comunione ecclesiale è il desiderio nel medesimo Spirito che distribuisce i suoi doni a ciascuno per l’utilità comune”. Mons. Marciante indica il “metodo sinodale” come “stile abituale per ogni momento nella nostra Chiesa, vincendo la tendenza all’inerzia, all’inclinazione, allo scetticismo, alla comoda scelta della passività o la tentazione all’autoritarismo”. Il pomeriggio si aprirà con la relazione di padre Giacomo Costa sj su “Discernimento comunitario, per una Chiesa in uscita”. Subito dopo si procederà sul modello del convegno di Firenze: i 200 operatori pastorali provenienti dalle varie comunità parrocchiali, insieme con i parroci, i presbiteri, i diaconi e i rappresentanti della vita religiosa, guidati da venti moderatori, siederanno attorno ad altrettanti tavoli per confrontarsi e progettare sulla base di una scheda – lavoro, che sarà valutata dal Consiglio pastorale diocesano che dovrà approvarla. “Intraprendiamo questo cammino con la persuasione che noi per primi, tutto quello che facciamo, tutto quello che siamo devono condurci sempre più ad una Chiesa missionaria, in continuo atteggiamento di ‘uscita’. Il lavoro non sarà facile – aggiunge mons. Marciante – ma sono certo che se ci proponiamo innanzitutto di pregare e, poi, pensare, parlare con franchezza, decidere, scrivere e sperare, la potenza dello Spirito si rivelerà presenza amica”. [01]
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